Folla in Santa Maria per Vaccarone: "La tua ironia e le tue provocazioni hanno ravvivato la trama della città"

Centinaia di spezzini ieri hanno reso omaggio all’artista durante le esequie nella chiesa di Santa Maria "Le opere sparse nelle nostre case sono i fotogrammi che raccontano il film della tua e della nostra vita".

Folla in Santa Maria per Vaccarone: "La tua ironia e le tue provocazioni hanno ravvivato la trama della città"

Folla in Santa Maria per Vaccarone: "La tua ironia e le tue provocazioni hanno ravvivato la trama della città"

Un cuscino di rose rosse. Di lato il gonfalone del Comune della Spezia listato a lutto. Un soprano e un’arpista per intonare un preludio di Bach. E poi una chiesa gremita di gente, come raramente si è vista, soprattutto negli ultimi tempi. Gente arrivata a Santa Maria da ogni parte della città e da mondi diversi per potersi stringere un’ultima volta a Francesco Vaccarone, al pittore di lungo corso che più di ogni altro ha saputo raccontare la propria città agli appassionati di arte contemporanea: quelli che vivono dall’altra parte del globo e quelli che stanno da un capo all’altro del Golfo e che conservano orgogliosamente nei propri salotti una tela, una piccola scultura, o anche soltanto un libro dedicato alla sue ricche collezioni.

Politici, amministratori, magistrati hanno occupato le prime panche. Ma dietro di loro c’erano gli spezzini, a centinaia. La città vera, che Francesco Vaccarone amava e che ha cantato durante un’esistenza intera. A dare conforto alla famiglia – alla moglie Gabriella e ai figli Leonardo e Alessandra – tanti, tantissimi amici. Alcuni di loro, al termine della funzione si sono avvicendati al microfono per leggere brevi poesie, appunti e appassionate lettere di commiato. "Francesco è un artista – queste le parole scelte per Vaccarone dai compagni dell’associazione Aidea – e le sue opere continueranno nel tempo a regalarci bellezza, armonia e spunti di riflessione. Ma ci mancheranno la sua generosità, la sua ironia e le sue provocazioni, che hanno reso più viva la trama culturale e politica della città e non solo". La voce incrinata dall’emozione, anche il critico d’arte Valerio Cremolini ha salito i tre gradini dell’altare. "Caro fratello – questo un estratto dalla sua lunga lettera –, grazie di avermi fatto condividere a lungo la tua produzione ricca di contenuti e di avermi fatto sognare avvicinandomi al duro realismo di certi tuoi lavori. Mi ha sorpreso come nel ripido tratto finale della tua esistenza, proprio tu che tanta attenzione hai dedicato al tema del Calvario, abbia avuto un atteggiamento ogni giorno positivo, senza mai tradire pensieri di disperazione". E lo stupore ha attraversato anche le parole del presidente del tribunale Diana Brusacà: "Ognuno di noi vorrebbe riavvolgere il nastro e tornare a quel 28 dicembre (il giorno in cui Vaccarone ha parlato per la prima volta a parenti e amici della propria malattia, ndr.). In pochi minuti, quel giorno ho intuito che l’impossibile, ossia l’idea che tu non fossi immortale, poteva diventare possibile. Eppure anche allora tutti ci siamo irrazionalmente affidati al tuo: ’Andrà tutto bene. Va sempre tutto bene’, rassicurati dalla tua capacità di creare ponti anche su fiumi invisibili".

Tra gli ultimi a parlare l’amico fraterno Paolo Asti, compagno di mille avventure artistiche: "Personalmente sono grato che tu mi abbia permesso di scorgere il fiume che scorreva nella tua anima. Ma grazie al tuo modo di essere nel mondo, e che ha fatto di te un maestro, molte persone sono riuscite ad avvicinarsi al linguaggio dell’arte contemporanea e ad apprezzarlo. Le tue opere sparse nelle nostre case sono oggi la tua vera pinacoteca. E ogni dipinto è un fotogramma che racconta il film della tua e della nostra vita".

Roberta Della Maggesa