Eruzione vulcanica a Tonga. "Sembra incredibile, ma si è sentita anche qua"

Gli effetti dell’esplosione a Tonga nelle rilevazioni fatte da Astrofili e MeteoSpezia con le strumentazioni sul territorio L’Osservatorio astronomico ha registrato l’onda d’urto, i barometri un improvviso picco della pressione atmosferica

Le prime onde provocate dallo tsunami sulla costa statunitense

Le prime onde provocate dallo tsunami sulla costa statunitense

La Spezia, 18 gennaio 2022 - «Eventi eccezionali, che si verificano solo una volta nella vita". Giulio Scarfì, direttore dell’Osservatorio Astronomico Spezzino Iota Scorpii (sito di ricerca dell’Associazione Astrofili Spezzini), si riferisce all’immane esplosione del vulcano sottomarino Hunga Tonga Hunga Ha’apai, vicino a Tonga, arcipelago di 170 isole a metà strada tra Nuova Zelanda e Hawaii.

E soprattutto al fatto che, sabato 15 gennaio alle 21 italiane, 12 ore dopo l’accadimento, gli strumenti meteorologici locali abbiano registrato l’onda d’urto dell’esplosione, che ha generato un significativo aumento della pressione atmosferica. "La nostra stazione – prosegue Scarfi – ha evidenziato il picco attorno a quell’ora, come tantissime altre stazioni di altri Osservatori italiani ed europei. Quello che fa più impressione è pensare che il vulcano sia dalla parte opposta della Terra, a circa 17mila chilometri di distanza". Le conferme giungono anche da chi, di meteorologia, ne fa passione pura. "Tutti i barometri che abbiamo installato in provincia – raccontano Andrea, Davide e Emiliano di meteospezia.com – danno un picco di pressione in aumento intorno alle 21, un aumento di circa 2 hpa in pochissimi minuti e a seguire un rapida discesa verso i valori ‘normali’".

I tre ragazzi gestiscono, dal 2010, sito e canale Facebook meteospezia.com, mettendo a disposizione le loro conoscenze di grandi appassionati ed esperti. "Sulle dinamiche dell’eruzione la situazione geologica è ben precisa – puntualizza Sabrina Mugnos, vulcanologa spezzina di livello internazionale –. Quel punto è un contesto di subduzione, uno scontro tra placche, dove una va al di sotto dell’altra e l’effetto conseguente è quello di vulcanesimo esplosivo. L’effetto, però, può essere più o meno esplosivo. In questo caso ci troviamo nella cintura di fuoco, lungo il margine dell’ enorme placca dell’Oceano Pacifico, che in questo caso si scontra e va so tto la placca australiana. Già nel 2014, tra le due isolette Hunga-Tong a e Hunga Ha‘apai (a circa 65 km a nord di Nuku’alofa, capitale di Tonga), il mare ha cominciato a bollire in un’attività che noi chiamiamo idro magmatica, cioè quando un vulcano spunta da sotto le acque e quindi in questo caso abbiamo avuto in mare queste grosse colonne di vapore.  

Si sono succedute nel tempo eruzioni intermittenti, l’ultima proprio nel dicembre scorso (senza provocare danni o destare particolari preoccupazioni, ndr), e l’attività del vulcano a gennaio sembrava conclusa (le eruzioni erano gradualmente diminuite di frequenza e intensità, ndr), invece con un colpo di scena, proprio l’altro giorno, questa eruzione violentissima, che ha alzato una colonna di cenere di 20mila metri e le onde di pressione sono arrivate fino a noi, dopo un viaggio di migliaia di chilometri".  

Marco Magi