Dipendenti Cds, futuro a tinte fosche: "Siamo senza stipendio da tre mesi"

La protesta davanti alla sede di Enel. "Abbiamo lavorato per loro negli ultimi tempi, possono darci una mano"

Dipendenti Cds, futuro a tinte fosche: "Siamo senza stipendio da tre mesi"

Dipendenti Cds, futuro a tinte fosche: "Siamo senza stipendio da tre mesi"

Da domani, saranno esattamente tre mesi che non percepiscono lo stipendio. Pur avendo lavorato ininterrottamente "senza impattare minimamente sulla qualità del servizio". E a partire dalla fine del mese di maggio non avranno più neppure una sede. Sono i 197 lavoratori dipendenti della Customer Digital Service (Cds), l’azienda call center di via delle Pianazze, che stanchi di una situazione lavorativa ormai alla deriva e per questo diventata insostenibile, hanno fatto sentire la loro voce attraverso il presidio organizzato ieri mattina, con il sostegno dei rappresentanti sindacali Slc Cgl, Fistel Cisl, Uilcom Uil, al centro Kennedy: proprio davanti al punto Enel, ente chiamato, è il caso di dirlo, a fare luce sulla loro vicenda. "Siamo qua – esordisce Tiziana Venelli, segretario organizzativo Slc e Cgil – perché ci sono ben 197 lavoratori che da fine mese non avranno più una sede, in quanto quella sita in via delle Pianazze avendo uno sfratto esecutivo verrà chiusa e requisita dal tribunale.

Questo mentre il mercato tutelato finisce a settembre. Insomma, non abbiamo alcuna certezza sul nostro futuro e men che meno su quello dello stipendio. L’ultima busta paga risale infatti al mese di febbraio e per di più percepita a rate come quella di gennaio". Speranza Poleschi, segretario regionale Fistel Cisl sottolinea la responsabilità di Enel che non può, a suo dire "abbandonare i dipendenti" e deve anzi intervenire per trovare una soluzione capace di garantirli, salvandone tutto il perimetro occupazionale.

Perfettamente in linea con lei anche Alessandro D’Ippolito, coordinatore nazionale Uilcom Uil che ricorda e rimarca l’obbligo di Enel verso una città, quella della Spezia che ha supportato "e sopportato in questi anni tutti gli annessi e connessi della centrale elettrica". Cosa realmente significhi essere un dipendente dell’ azienda Customer Digital Service lo spiega con chiarezza Raffaella Tommasini Cerrina che dal 2007 vi lavora: "In tutto questo tempo – spiega – noi dipendenti dopo aver vissuto e sopportato molte situazioni (compreso un susseguirsi di gare al massimo ribasso nel disinteresse generale di committenti e istituzioni) ci ritroviamo oggi con un’azienda che non solo non ha mantenuto gli impegni presi sulle commesse, ma neppure sul pagamento puntuale degli stipendi pur potendo contare sulla nostra comprovata professionalità. Questa condizione ci costringe a vivere con moltissimi disagi e privazioni, soprattutto nei confronti dei nostri figli ai quali ci siamo trovati a negare persino l’opportunità di una gita scolastica".

Tutto questo, sembra, pur non mancando affatto il lavoro: "Desidero sottolineare – precisa Tiziana Curzi, anche lei dipendente Cds – che non manca il lavoro che anzi c’è ed è anche tanto. Siamo, infatti, turnisti con un orario lavorativo che arriva fino alle 22 compreso il sabato e la domenica. Il vero problema – puntualizza Tiziana – sono il tipo di appalti stipulati, sempre costantemente al ribasso che ci costringono a grandi sacrifici e non ci permettono di arrivare a un fine mese dignitoso. Per questo noi oggi chiediamo l’intervento di Enel, ente per il quale abbiamo lavorato in questi mesi".

Alma Martina Poggi