Coronavirus, "In provincia contagi solo di importazione"

Sono stabili le condizioni del commerciante pakistano ricoverato in rianimazione per Covid. L’importanza del tracciamento

Il caso era accaduto in un reparto di pneumologia

Il caso era accaduto in un reparto di pneumologia

La Spezia, 26 giugno 2020 - È l’unico paziente della terapia intensiva del San Bartolomeo, il pakistano arrivato dal suo paese di origine il 5 giugno e ricoverato in gravi condizione nella notte tra lunedì 22 e martedì 23 per Covid. Ora a distanza di quattro giorni dal ricovero le sue condizioni fanno ben sperare. Non si sbilancia il primario della Rianimazione, la dottoressa Cinzia Sani. "Diciamo che le sue condizioni mi sembrano stabili – spiega la dottoressa contatta ieri pomeriggio –. Sopporta bene il casco e la ventilazione non invasiva. Vanno bene anche i parametri. Vediamo come va in questi giorni e se nelle prossime 48, 72 ore evolve sempre in questo senso. Le esperienze che abbiamo fatto in questi mesi sono le più diverse ma se segue questo andamento, possiamo sperare bene". Insomma notizie in un certo qual modo rassicuranti. Anche se il nuovo caso Covid alla Spezia porta con sé una serie di quesiti: dalla qualità dei controlli in aeroporto al tracciamento ed eventuali altri contagi.

Domande che abbiamo rivolto alla dottoressa Stefania Artioli, direttore della struttura complessa di Malattie infettive dell’Asl 5. "Intanto è una persona che era rientrata dall’estero e chiaramente spostandosi e muovendosi può succedere – rassicura la dottoressa Artioli –. Questo non è un problema a livello locale. Certo la fase pandemica in questo momento è chiusa ma i casi sporadici possono accadere. Quello che conta è intervenire subito in senso preventivo con il tracciamento dei contatti". E in questo caso è quello che è avvenuto. L’ufficio di prevenzione è già risalito a tutte le persone che sono entrate in relazione con il 45enne commerciante pachistano che risiede in città. "L’aspetto importante – aggiunge la dottoressa Artioli – in questo specifico caso è rintracciare le persone che vivevano e che vivono con lui". E c’è da dire che quando si parla di contatti si intendono rapporti ravvicinati. Non certo di chi può incrociare per strada, in maniera fortuita, un positivo. Il Ministero della salute nella sua ultima direttiva non lascia dubbi quando si tratta di individuare i “contatti”. Alcuni esempi. Chi vive nella stessa casa, chi ha scambiato una stretta di mano, chi ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso Covid -19, a distanza inferiore di 2 metri e per almeno 15 minuti, una persona che si trova in ambiente chiuso con un Covid senza dispositivi di protezione. O una persona che ha viaggiato seduta in aereo o qualsiasi altro mezzo entro due posti in qualsiasi direzione rispetto a un caso Covid.  

«Al momento i nuovi contagi segnalati nella nostra provincia sono di importazione e non autoctoni – conclude la Artioli –. In futuro potranno presentarsi dei casi e dovranno essere affrontati a livello sanitario ma il lavoro di ricerca e gestione dei contatti e la diagnosi precoce in sinergia con il distanziamento, l’uso di mascherine, lavaggio delle mani danno buone garanzie di contenimento dell’infezione". Anna M. Zebra