Completato lo sbarco dalla Geo Barents Resteranno in Liguria soltanto 43 migranti

Gli altri verranno redistribuiti tra varie regioni mentre i 23 minori non accompagnati sono stati collocati in ‘case famiglia’ spezzine. La nave rimane in porto per gli accertamenti sul rispetto del decreto Piantedosi: non avrebbe dovuto fare ulteriori soccorsi

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Tre migranti, portati nell’ospedale di Sarzana, nel reparto Covid perché positivi, sono scappati la scorsa notte facendo perdere le loro tracce. Si tratta di tre giovani, uno di 23 anni e due di 17 (così hanno dichiarato al momento dell’identificazione). Subito avviata la ricerca da parte delle forze dell’ordine visto che i tre avevano l’obbligo sanitario di restare nel reparto Covid. Erano sbarcati dalla Geo Barents, attraccata dall’altro ieri nel porto della Spezia. Intanto si sono concluse ieri, intorno alle 15,30, le operazioni di sbarco anche degli ultimi 99 rimasti ancora per una notte sulla nave di Medici senza Frontiere ormeggiata al molo di calata Artom. Tutte queste persone, fatta eccezione per i 23 minori non accompagnati che resteranno a Spezia in case famiglia e 20 gli adulti e i minori accompagnati suddivisi tra Genova e Savona, verranno di volta in volta trasferiti in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Puglia.

Due giornate di intensa attività che ha visto una ventina di persone ricoverate: 17 positive al Covid e trasferite per questo al San Bartolomeo di Sarzana. "E questo è stato un problema che ha allungato le procedure perché abbiamo dovuto sanificare più volte gli ambienti a tutela degli operatori e di tutte le persone presenti – ha spiegato il prefetto Maria Luisa Inversini –. Inoltre ci sono due mamme con bambini, una bambina di 5 mesi, una mamma incinta a rischio aborto, una persona con la gamba fratturata e una persona ustionata. Tutti questi per ora rimangono in Liguria".

E intanto domanti mattina prenderanno il via gli accertamenti per verificare se l’equipaggio della nave umanitaria di Medici senza Frontier Geo Barents ha violato o meno il decreto Piantedosi sui comportamenti che devono adottare le ong impegnate nei salvataggi in mare di migranti. "Per quel che riguarda gli accertamenti sulla Geo Barents – ha spiegato il prefetto Inversini – l’organo accertatore sarà la Polizia di Stato supportata dalla Capitaneria di Porto. Inizieranno domani (ndr oggi per chi legge) ma non siamo in grado di dare i tempi. Sono accertamenti complessi e vedremo quello che succederà. Inizieranno gli accertamenti, la nave per ora resta qua. Spetta all’organo accertatore stabilire la sanzione che verrà comminata".

Il decreto prevede che la nave deve fare rotta sul ‘porto sicurò appena indicato all’equipaggio. La Geo Barents dopo aver saputo di dover andare alla Spezia ha compiuto altri due salvataggi ravvicinati. "Noi eravamo diretti alla Spezia – si difende l’equipaggio – poi è arrivata la segnalazione di un natante in difficoltà. Lo abbiamo segnalato al governo italiano e non abbiamo avuto risposta. Constatato che non c’era certezza che altre navi fossero in zona siamo intervenuti". Ora rischia il sequestro per due mesi e il capitano una sanzione che va da dieci a cinquantamila euro.

Dallo scorso 3 gennaio, data di entrata in vigore del decreto legge Piantedosi, che contiene la stretta alle navi ong, sono arrivati in Italia 442 migranti a bordo delle imbarcazioni umanitarie. Il 4 gennaio è sbarcata a Taranto la Geo Barents con 85 persone salvate, ma il soccorso era avvenuto il 2 gennaio, quando il provvedimento non era in vigore. Sono soltanto due le navi ong operative in questo periodo, la Geo Barents e la Ocean Viking, che sono anche le più grandi ed attrezzate per l’attività di ricerca e soccorso. Questi i salvataggi nel periodo considerato: la Geo Barents ha portato il 12 gennaio ad Ancona 73 persone e l’altro ieri a Spezia altri 237 (con 3 interventi distinti); la Ocean Viking è invece arrivata ad Ancona il 10 gennaio con 37 naufraghi e ieri è arrivata al porto di Marina di Carrara con altri 95. Complessivamente le navi ong hanno soccorso 527 migranti nel 2023 sui 4.452 approdati nei porti italiani: una quota pari all’11,8 per cento