Carbone finito, la centrale chiude in anticipo

Finisce nove giorni prima del previsto l’attività dell’impianto Enel a Vallegrande. Cala il sipario su un’epoca, dopo 62 anni

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di Franco Antola

La "benzina" è finita e la "macchina" si ferma in anticipo, prima di arrivare alla meta finale. E’ un epilogo un po’ surreale quello della vicenda del gruppo a carbone della centrale Enel di Vallegrande che l’altra notte è stato disattivato con nove giorni di anticipo rispetto ai termini previsti (lo stop sarebbe dovuto avvenire a fine anno). Il motivo? Si sono esaurite le scorte di carbone. E così quello che lo sciopero degli straordinari proclamato qualche settimana fa dal personale non aveva ottenuto perché Terna aveva chiesto il richiamo dei tecnici motivato da superiori esigenze di sicurezza energetica del Paese, si è determinato per un’imprevista mancanza di "carburante" fossile, il carbone appunto. L’evento - la fermata definitiva dopo 62 anni del gruppo Sp3 a carbone - resta comunque a suo modo storico e a documentarlo c’è una foto della sala operativa della centrale con un tecnico che pigia il bottone fermando così definitivamente "le macchine". A raccontare la svolta, per certi versi imprevista, della vicenda Enel è un documento dell’assemblea dei lavoratori della centrale convocata mercoledì scorso da Filctem-Cgil, Flaei-Cisl e Uiltec-Uil. Dove si tornano a denunciare le molte incognite che pesanosul futuro di Vallegrande (dopo il sì alla riconversione a gas firmato dai ministri Cingolani e Franceschini, il passaggio finale sarà in Conferenza dei servizi, con la Regione chiamata a pronunciarsi sul tema) e si ribadisce la necessità "di aggiornare il tavolo istituzionale con tutti gli stakeholder, le istituzioni locali quali il Comune di Spezia, il Comune di Arcola e la Regione Liguria ed i Ministeri competenti sia quelli della Transizione Ecologica che dello Sviluppo Economico e del Lavoro". I lavoratori parlano quindi del "quadro di assoluta incertezza del mercato elettrico sia per gli alti costi che per la sicurezza del servizio elettrico nazionale", situazione che "dimostra ancora una volta come sia importante il ruolo del sito spezzino nella transizione ecologica ed energetica e che il confronto sul suo futuro non può essere separato dallo stato di adeguatezza del sistema elettrico nazionale". E poi c’è il nodo del futuro del personale ("dal 2015 ad oggi mancano più di 250 posti di lavoro rispetto ai 400 iniziali") anche in riferimento all’inizio delle attività di demolizione e bonifica propedeutiche alla riconversione.

All’azienda si chiede "di utilizzare al massimo tutte le risorse dirette ed indirette disponibili e presenti nel sito spezzino attuando anche eventuali attività di formazione per favorire il mutamento delle mansioni del personale". "In questa direzione - fanno sapere i sindacati - sarà promossa un’iniziativa comune con le organizzazioni sindacali di categoria che rappresentano l’indotto per favorire e monitorare il raggiungimento dell’obiettivo indicato. La vertenza della riconversione dell’area Enel deve, grazie al lavoro che hanno svolto e che svolgeranno in futuro Cgil Cisl ed Uil provinciali e regionali, essere sostenuta ed inserita all’interno di una vertenza più complessiva in merito allo sviluppo economico, occupazionale ed ambientale di tutto il territorio spezzino". Quindi l’annuncio che lo stato di agitazione continuerà fino a che non saranno raggiunti gli obiettivi preposti". Con una considerazione ulteriore, e cioè che "grazie ai continui aggiornamenti della parte ambientale dell’impianto la Centrale è stata esercitata nel pieno rispetto dei limiti di emissione prescritti dal legislatore che sono i più restrittivi di sempre. Una chiusura ordinata anche sotto il profilo della sicurezza impiantistica e dei luoghi di lavoro". Di qui il "ringraziamento a tutti i lavoratori della Centrale che per rendere possibile la produzione di un bene prezioso, quale è l’energia per il nostro Paese, hanno reso possibile il funzionamento della centrale, anche affrontando turni di lavoro ‘inusuali’ rispetto alla normale programmazione".