Alleva serpenti nella sua casa alla Rocchetta e li vende

Francesco, una vita tra boa, pitoni e falsi corallo: «Sono animali bellissimi. In provincia 400 contatti»

L’allevatore Francesco Conte,  con la compagna Valeria Appiani (Frascatore)

L’allevatore Francesco Conte, con la compagna Valeria Appiani (Frascatore)

La Spezia, 18 gennaio 2019 - Quarant'anni di passione strisciante. Una stretta intorno al collo che non sa far male ma dà l’input necessario ad accumulare e diffondere amore nei confronti degli animali. È questa l’intrigante storia di Francesco Conte, classe 1971, appassionato e allevatore di serpenti, originario di Napoli, ‘spezzino’ dall’età di dieci anni e ora residente alla Rocchetta di Lerici. Ed è proprio in riva al Golfo che Conte ha iniziato le prime esperienze sul campo, arrivando ad aprire diversi negozi di animali vivi per poi introdursi nel mondo dell’edilizia senza mai rinunciare al legame indissolubile con i suoi amici rettili.

Conte, come è nata la passione per i serpenti?

«Avevo circa undici anni. Fu in quel periodo che la mia famiglia, di origini napoletane, venne ad abitare a Spezia. Nel giro di uno-due anni mi accorsi di avere questa predisposizione: andavo nei boschi e invece di trovare funghi vedevo serpenti, lucertole, salamandre. Iniziai così a raccoglierne alcuni velenosi, usando vari marchingegni».

Poi ha iniziato anche ad acquistarne…

«Con i primi soldi ho cominciato a comprarli, fortunatamente senza impedimenti da parte della mia famiglia. Ho allevato specie autoctone, italiane ed europee, facendole riprodurre per poi reinserirle in natura. Le prime nascite le ho avute intorno ai 14-15 anni. Dopodiché mi è venuta la passione per i serpenti velenosi – dai cobra ai mamba verdi, dalle vipere del Gabon e soffianti ai serpenti a sonagli –, che ai tempi si potevano regolarmente acquistare e detenere. Ho iniziato ad allevarli e avere contatti diretti con questi animali e, con gli anni, sia loro che la mia passione continuavano ad aumentare. Allora, ho cominciato a far riprodurre boa constrictor, pitoni reali, pitoni delle rocce, serpi del grano, falsi corallo. Venivano tutti importati regolarmente: c’erano grossisti specializzati in animali esotici e diverse esposizioni in giro per l’Europa».

E tra il ‘92 e il ’93 iniziarono le prime esperienze lavorative…

«Sono partito da un negozio acquario a Sarzana, seguendo il reparto rettili. Nel ‘95 invece ho aperto il primo negozio di animali esotici alla Spezia: la prima sede fu in via Picco, ma dopo qualche mese la società si sciolse e aprii definitivamente il mio negozio in via Buonviaggio. Nel 2002 aprii in piazzale Kennedy un altro esercizio che in seguito venne gestito dalla mia ex moglie. Nei primi anni Novanta nel settore eravamo pochissimi: avevo clienti da tutt’Italia. Il bello è che non solo vendevo: l’80% degli animali nasceva grazie a me».

Chi è adatto a questi animali e cosa deve fare per detenerli?

«Vanno rispettati facendoli vivere in spazi idonei. Se una persona può economicamente permetterseli, non vuol dire che sia anche in grado di detenerli. Infatti mi è capitato di mandar via potenziali clienti se non li reputavo in grado di prendersene cura. Tuttora ho animali che do via privatamente e cedo solo se ci sono i presupposti per una detenzione seria: me li riprendo se non non sono in grado di gestirli».

Quali collaborazioni ha avuto nel corso degli anni?

«Quando lavoravo nel negozio a Sarzana ho iniziato a collaborare con la forestale per la cattura di animali che arrivavano al terminal del porto in mezzo ai legnami (lucertole, ragni, scorpioni, ndr.). Inoltre oggi sono l’unico perito penale e tecnico in Italia autorizzato dal tribunale per quanto riguarda gli animali esotici: se a livello statale servono perizie su queste specie mi interpellano».

In questo momento quanti serpenti possiede? E qual è il mercato locale?

«Ora ne ho una trentina, principalmente boa constrictor provenienti da varie zone geografiche. Ho pitoni, serpi del grano e falsi corallo del nord America. La richiesta sul territorio c’è sempre: ho mantenuto il mio giro di clienti che con gli anni sono diventati anche buoni amici. All’incirca gli appassionati della provincia che conosco sono tra i 300 e i 400, ma probabilmente sono molti di più. Ogni anno vedo e contatto una media di 200-300 persone».

Quanto può costare un esemplare di serpente? Ne possiede di particolari?

«Si parte da una trentina d’euro e si arriva anche a 40mila. Gli esemplari più cari che ho possono costare fino a un migliaio di euro. In casa ho ancora boa del Madagascar, specie che in natura vive al massimo 15 anni, presi nel ’96 a già tre anni di vita: sono i più vecchi d’Europa. Inoltre sono l’unico in Italia, e uno dei tre in totale in tutta Europa, a possedere boa Costa Rica».