'Signs of the times', il regista Castagna racconta Giuliano Tomaino

Un documentario sul noto artista spezzino, fra le opere installate e il suo particolare studio

Giuliano Tomaino

Giuliano Tomaino

La Spezia, 15 aprile 2020 – Con protagonista Giuliano Tomaino, il regista Andrea Castagna ha realizzato il documentario 'Signs of the times'. Pubblicato nei giorni scorsi su Yotube da Biofanie laboratorio creativo (così come nelle passate settimane quello sul Prof. Bad Trip, Gianluca Lerici), ma realizzato in precedenza, racconta l’ideazione, la lavorazione e l’allestimento de 'Il cavaliere inesistente', la 'mostra diffusa' nelle strade di Pietrasanta e nel complesso di Sant'Agostino alla Spezia del famoso artista spezzino. Una produzione Jux Tap Entertainment production, con la collaborazione di T Factory.

Cavalli a dondolo, mani, sagome umane, sono i protagonisti della narrazione fantastica ispirata al romanzo di Italo Calvino. “Le immagini di Tomaino, disarmanti nella loro ingenua semplicità – afferma l'autore - restano estranee alle logiche promosse dalle mode culturali e mettono lo spettatore di fronte a confronti estremi fra l’aura simbolica che richiama l’archetipo e la 'povertà' del nostro tempo”. E così, mentre scorrono le opere d'arte e lo stesso Tomaino spiega la sua arte (con sottotitoli in inglese), le note musicali di Tom Waits (Cemetery Polka), Jaco Pastorius (Blackbird) e Johnny Cash (Ain't No Grave) accarezzano il filmato. L'inizio di tutto è proprio dal suo studio, dove un silenzioso Tomaino, attorniato da tanti lavori da lui realizzati e in divenire, comincia, dopo aver indossato gli occhiali protettivi, ad agire su uno di essi, con una smerigliatrice. “Troppo vagabondo, sono ligure – esordisce Tomaino - io sto bene soltanto quando guardo il mare, perché semovente, mi rilassa, non penso a niente e a quel punto mi viene in mente qualcosa, ma se mi sforzo di pensare a qualcosa non mi viene in mente niente”.

Poi l'approfondimento sulla cartapesta a Nola, preferita alla vicina Viareggio e tanto altro, in un percorso tutto da godere. “Il bello di essere artisti? Riesci a convincere gli altri che fai le cose giuste – prosegue -. Tutti accettano il mio colore rosso e addirittura viene prodotto il Rosso Tomaino. E poi passo in fonderia o in officina cose strane, ma sono tutti pronti e disponibili a farle”. Un'interessante testimonianza che ci spiega, nel finale, come e perché Giuliano Tomaino si senta di vivere “dentro un tesoro”. Con la sua estrema e schietta semplicità.