
Polizia postale
Grosseto, 24 ottobre 2019 - Quelle immagini di autoerotismo di una ragazzina, che all’epoca dei fatti aveva dodici anni, stavano facendo il giro della città. Per colpa di un video spedito su whatsapp a un amico con troppa leggerezza. E con altrettanta leggerezza condiviso con un gruppo di altri amici. E quando i genitori dell’adolescente si sono accorti dell’accaduto, hanno presentato una denuncia e gli accertamenti si sono conclusi con una denuncia per diffamazione aggravata a carico del ragazzino che aveva per primo spedito il video. Colpevole un altro adolescente (anche lui all’epoca dei fatti solo un quattordicenne) che ha ricevuto dalla ragazzina sua amica un video. Un video che però non è rimasto segreto.
Il quattordicenne lo ha divulgato – come hanno dimostrato gli accertamenti effettuati – a un gruppo di amici. E in poco tempo è diventato «virale». I genitori della dodicenne, una volta venuti a conoscenza di quanto era accaduto, hanno presentato denuncia per cercare innanzitutto di interrompere la diffusione delle immagini. Sono stati gli uomini della Polizia postale a effettuare poi la perquisizione nell’abitazione dell’adolescente sequestrando telefono cellulare e altri supporti informatici. Da quelle indagini è emerso che il video era stato condiviso con altre persone. Una leggerezza molto grave che è stata definita con una denuncia per diffamazione aggravata con l’aggravante di aver divulgato materiale intimo e privato. Il quattordicenne è stato dunque segnalato al Tribunale dei minori di Firenze.
L’accusa è di diffamazione aggavata e non di altro tipo perché il presunto responsabile della divulgazione è minorenne e tutto è avvenuto tra minorenni. Nessuna ipotesi anche del reato di revenge porn – di recente intoduzione nell’ordinamento italiano –, perché la divulgazione non è avvenuta per «vendetta» né per arrecare un danno all’onore della persona offesa dal reato. Si è trattato dunque di una clamorosa leggerezza da parte di entrambi che hanno avuto anche un atteggiamento superficiale sui social. La Polizia postale comunque sta anche facendo altri accertamenti. Non si esclude infatti che ci siano coinvolte altre persone. Gli agenti stanno infatti cercando di verificare se chi ha ricevuto il video lo abbia a sua volta inviato ad altre persone.