REDAZIONE GROSSETO

Venator, ciminiera listata a lutto. Gli operai: "Niente da festeggiare"

Le Rsu in assemblea insieme ad assessori e parlamentari hanno sottolineato un altro Primo Maggio amaro. Camuso (responsabile della produzione): "Usciamo da questa riunione con un filo di ottimismo". .

Un momento dell’assemblea di ieri allo stabilimento Venator di Scarlino (Foto Agostini)

Un momento dell’assemblea di ieri allo stabilimento Venator di Scarlino (Foto Agostini)

SCARLINOUna ciminiera listata a lutto, con un drappo nero issato dagli operai, l’immagine che ha accolto ieri pomeriggio i rappresentanti di istituzioni locali e nazionali che hanno partecipato a un incontro dedicato alla crisi dello stabilimento Venator di Scarlino la cui produzione è ferma da due anni. Un gesto forte e simbolico,"per dimostrare il nostro stato d’animo: domani (oggi, ndr) è il Primo Maggio, e non sarà per noi un giorno di festa, ma ormai per il secondo anno consecutivo una amara ricorrenza" affermano i sindacati che compongono Rsu aziendale che, prima dell’inizio l’incontro, hanno denunciano la situazione di limbo in cui da mesi si trovano più di 200 lavoratori dello stabilimento evidenziando come questa situazione "Non è ovviamente accettabile da noi lavoratori e non dovrebbe esserlo dall’intera comunità". I dubbi, le incertezze e la stanchezza rispetto alle promesse non mantenute sono i temi che accomunano la maggior parte delle discussioni fra gli operai che si dirigono verso la sala mensa dello stabilimento per assistere all’incontro.

"Speriamo di avere finalmente un po’ di chiarezza e qualche rassicurazione concreta sul futuro dell’azienda. Chi aveva competenze si è già ricollocato altrove. Ora siamo rimasti noi, operai meno specializzati. Abbiamo atteso due anni e attenderemo ancora, ma ci vuole una soluzione concreta" dice, poco prima dell’inizio dell’incontro, un operaio addetto alla produzione che lavora alla fabbrica da 25 anni. L’incontro ha visto la partecipazione non solo dei sindaci dei comuni limitrofi e dell’assessore regionale Leonardo Marras (anche se collegato da remoto) ma anche di parlamentari eletti in Maremma - Simona Petrucci e Fabrizio Rossi per Fd’I e Marco Simiani per il Pd – che, negli ultimi mesi, hanno lavorato affinché il governo italiano, in particolare il ministero del Made in Italy, intervenisse in modo da facilitare la fine di questa situazione di blocco in cui si trova l’azienda. Fra quest’ultimi, c’era anche il deputato grossetano Fabrizio Rossi di Fratelli d’Italia che al termine dell’incontro ha commentato "La situazione resta delicata e merita la massima attenzione. (..) La preoccupazione è meno forte poiché è forte l’impegno che porteremo al tavolo convocato il prossimo 12 maggio al ministero delle imprese e del Made in Italy, dove i vertici della multinazionale saranno chiamati a chiarire le intenzioni future e a rilanciare l’azienda". Anche gli altri rappresentati istituzionali e sindacali che sono intervenuti durante l’incontro hanno espresso un "cauto ottimismo" rispetto agli ultimi sviluppi e sperano che entro pochi mesi l’azienda, e i suoi lavoratori, possa ricominciare a lavorare. Più cauto, ma non priva di fiducia, il commento di Edoardo Camuso, responsabile della produzione, che poco dopo la fine dell’incontro istituzionale afferma: "Usciamo da questa assemblea con un filo di speranza in più. È rassicurante vedere l’impegno della politica, anche se non saremo noi a decidere se e quando ripartire. Personalmente, non credo che la fabbrica riaprirà sotto la gestione Venator". Ma non tutti sono conviti che la giornata di oggi rappresenti la fine di questa crisi. "Tutto è ancora fermo – commenta un altro operaio – con poche certezze. Speriamo che questa unità politica porti a qualcosa. Se entro la fine dell’anno non ci saranno novità, l’azienda rischia davvero di fallire. L’unica possibilità è che ci sia qualche acquirente esterno che l’acquisti". Il prossimo passaggio sarà proprio il tavolo ministeriale del 12 maggio, dove si cercherà di sbloccare la crisi e capire in modo più chiaro cosa volere fare dello stabilimento maremmana il gruppo inglese Venator International.

Gabriele Pasquini