Una via a don Sebastiano Richiesta dei cittadini "Grande impegno sociale"

Lettera al sindaco di Fedeli, Gasperi e Tosi per iniziare l’iter di intitolazione "Le sue idee e i suoi progetti sono ancora attuali: credeva nell’accoglienza".

Una via a don Sebastiano  Richiesta dei cittadini  "Grande impegno sociale"

Una via a don Sebastiano Richiesta dei cittadini "Grande impegno sociale"

Una strada per don Sebastiano Leone. E’ la richiesta, al sindaco Marcello Giuntini, che arriva da tre cittadini, Daniele Gasperi, Franco Tosi e Luciano Fedeli, sollecitati anche da altre persone, nel ventesimo nel ventesimo anno dalla sua scomparsa avvenuta il 31 agosto 2003. Don Sebastiano Leone. Nato a Grosseto nel 1958 e ordinato parroco nel 1986 dal Vescovo Lorenzo Vivaldo, ha accolto persone di varie estrazioni e appartenenze, sotto l’egida della solidarietà e dell’impegno sociale. "Giusto ricordare il suo impegno profuso anche a Valpiana con esperienze che tutt’oggi stanno producendo i loro effetti sul territorio e che a loro volta hanno innescato dinamiche che hanno raccolto molte adesioni – scrivono nella lettera Gasperi, Tosi e Fedeli – dalle attività di volontariato del Gruppo Heos al ‘Progetto Parchi’ con il quale si reinserivano soggetti a rischio di emarginazione in attività produttive e di pubblica utilità. Don Sebastiano Leone è stato una personalità molto amata anche a Massa Marittima sebbene la sua attività sia stata svolta dal 1987 prevalentemente su Follonica ma il suo costante impegno a favore dei giovani, degli immigrati, dei tossicodipendenti, dei detenuti e delle fasce più deboli della popolazione lo ha distinto". "Giusto ricordare il suo impegno anche a favore dei detenuti nella struttura a trattamento avanzato di Massa Marittima – si legge – che lo vide protagonista di un progetto pilota a livello regionale incentrato proprio sulla riabilitazione e reinserimento dei detenuti nel contesto sociale. Uno dei progetti, probabilmente l’ultimo della sua vita, riguardava la realizzazione di appartamenti ed attività sociali volte anche al recupero di persone svantaggiate su Valpiana. Non ce l’ha fatta è morto portato via da un male terribile il 31 agosto 2003". "Don Sebastiano credeva profondamente nell’accoglienza di tutti, senza distinzione, a partire dai soggetti più emarginati ed esclusi. Queste a nostro avviso - si chiude la lettera indirizzata a Giuntini – potrebbero essere motivazioni valide per intitolare una via a Don Sebastiano per ricordarlo e lanciare un messaggio che rilanci, in questo difficile momento di crisi dei valori, la cultura dell’accoglienza, dell’inclusione finalizzate al reinserimento sociale e al recupero della dignità della vita come diritto della persona".