REDAZIONE GROSSETO

Ucciso il capovaccaio Sara a Grosseto durante la sua migrazione verso l'Africa

Il capovaccaio Sara è stato ucciso durante la sua migrazione verso l'Africa. I dati Gps di altri esemplari mostrano che il bracconaggio sta decimando la specie in Italia. Una tragedia che minaccia la speranza di salvare la specie in Italia.

Ucciso il capovaccaio Sara durante la sua migrazione verso l’Africa. Sara era un capovaccaio molto speciale perché nata in cattività al Cerm (Centro rapaci minacciati) di Semproniano ed era stata liberata in Puglia nel lontano 2015. Sara, però, la sua migrazione 2023 l’ha iniziata ma non l’ha mai conclusa: in Africa non riesce ad arrivare perché viene uccisa a fucilate durante l’attraversamento del Canale di Sicilia, tra l’Isola di Marettimo (Egadi) e Capo Bon (Tunisia). Negli anni precedenti Sara era stata fortunata riuscendo a concludere 5 migrazioni verso l’Africa. Nel 2022, finalmente, durante la permanenza in Italia Sara aveva nidificato per la prima volta ed aveva allevato due piccoli esemplari di capovaccaio. Una grande speranza per il progetto di salvaguardia della specie che aveva entusiasmato le migliaia di persone che seguivano le sorti di Sara attraverso i social e i tanti appassionati che l’avevano fotografata durante le migrazioni. È grazie ai dati forniti dal suo Gps e da quelli di altri esemplari nati in cattività e liberati in natura, con lo scopo di rafforzare la "popolazione" italiana, che si è riusciti a scoprire che il bracconaggio sta decimando i capovaccai e, con loro, la speranza di salvare la specie in Italia. Questi dati raccontano che in quel medesimo tratto di mare, poco lontano da dove ha trovato la morte Sara, cadde Agata nel 2015 ed è stato ucciso Tommy nel 2022. Proprio i dati Gps di Tommy hanno, finalmente, fatto piena luce su quanto avviene nelle acque internazionali del Canale di Sicilia: il giovane avvoltoio, nato anche lui al Cerm e liberato in Basilicata nell’agosto 2022, aveva lasciato le isole Egadi e si era diretto verso la Tunisia. Dopo 86 km di volo sul mare, il suo Gps aveva segnalato un anomalo e repentino cambio di rotta. Successivamente su una spiaggia di Malta il Gps di Tommy fu ritrovato dalla polizia maltese e da volontari di BirdLife. Si ipotizza che Tommy sia stato abbattuto e issato a bordo di un natante e poi conservato in una cella frigo dopo che il suo Gps è stato gettato in mare dai bracconieri.