
Il settore della pesca in tutta Italia sta attraversando un periodo di forte sofferenza
L’economia della pesca toscana è in rotta di collisione con le abitudini alimentari dei consumatori e le dinamiche di mercato globale. A lanciare l’allarme è Coldiretti, che evidenzia come l’80% del pesce consumato in Italia provenga ormai dall’estero, a discapito delle 600 imbarcazioni che ancora salpano dai porti della regione (circa 80 salpano dalla costa grossetana). Le importazioni ittiche, in particolare di prodotti congelati e trasformati, sono aumentate dal 30% al 90% negli ultimi quarant’anni, con gravi ripercussioni sul comparto locale. Il dato economico è inequivocabile: l’invasione di pesce straniero – spesso a basso costo e soggetto a controlli meno severi – sta comprimendo i margini della pesca nazionale, che fatica a restare competitiva. A risentirne è l’intera filiera, dai pescatori ai mercati di prossimità, fino alla ristorazione che punta sulla qualità. Allo stesso tempo, sul fronte sanitario, l’aumento degli allarmi alimentari (oltre uno a settimana) riguarda proprio prodotti ittici d’importazione, dove sono state rilevate sostanze vietate come antibiotici, metalli pesanti e batteri. Un rischio che va ad aggiungersi alla questione economica, ponendo una duplice sfida: tutelare la salute dei cittadini e salvaguardare un comparto strategico dell’economia agroalimentare italiana. Per invertire la rotta, Coldiretti ha portato al mercato di Campagna Amica di Grosseto il progetto nazionale "Pesca Amica", sostenuto dal Masaf e finanziato con fondi FEAMPA 2021-2027. L’obiettivo è chiaro: promuovere il consumo di pesce locale, fresco e di stagione, sensibilizzando i cittadini sull’importanza della tracciabilità e sull’origine del pescato.
"L’etichettatura trasparente è una leva economica fondamentale per i nostri pescatori e produttori. - ha spiegato Simone Castelli, presidente di Coldiretti Grosseto - Solo così sarà possibile fermare la concorrenza sleale e garantire al consumatore il diritto di sapere cosa porta in tavola". L’organizzazione agricola ha rilanciato la sua proposta europea di legge di iniziativa popolare per estendere l’obbligo di indicazione dell’origine su tutti i prodotti alimentari venduti nell’UE. Obiettivo: contrastare il fenomeno del cosiddetto "italian sounding", ovvero prodotti stranieri che, grazie a trasformazioni minime, finiscono per essere commercializzati come italiani.
"Il pesce, come i prodotti della terra, ha la sua stagionalità. È paradossale che in un Paese con 8mila chilometri di coste si continui a consumare principalmente pangasio asiatico, orata tunisina o polpo indiano - ha dichiarato Daniela Borriello, responsabile nazionale di Coldiretti Pesca.- Valorizzare il pescato locale vuol dire sostenere l’economia del mare e garantire qualità e sicurezza a tavola".
Nicola Ciuffoletti