
Tra le misure per rilanciare i consumi e dunque aiutare le imprese del commercio colpite dalle conseguenze dell’emergenza sanitaria c’è pure quella del cosiddetto ‘cashback’ che martedì prossimo, in via sperimentale, partirà anche in Maremma. In pratica facendo acquisti in un qualsiasi negozio utilizzando come mezzo di pagamento la propria carta elettronica (carta di credito o di debito purché associata a un Iban bancario), dopo dieci compere di entità superiore a 1 euro ci si vedrà riaccreditato sullo stesso Iban il 10% di quanto speso, fino a un massimo di 150 euro. "Questa novità presenta luci e ombre dal mio punto di vista – dice Mario Eligio Chisci – Da una parte mi sembra l’ennesimo favore fatto alle banche perché ci sono comunque delle commissioni che qualcuno deve pagare; dall’altra può essere uno strumento per combattere l’evasione fiscale. Può, dunque, essere utile per limitare l’uso del contante, ma allo stesso tempo questa conseguenza potrebbe ulteriormente limitare i consumi in un periodo già molto difficile per l’economia. Personalmente non so me ne avvarrò, magari aspetto qualche giorno". Anche perché per avvalersi del ‘cashback’ c’è una procedura da seguire. Anzitutto bisogna essere muniti di una identità digitale, Spid o carta d’identità elettronica, e poi bisogna scaricare l’applicazione ‘Io’ e registrare nel sistema telematico i dati della carta elettronica (carta di credito o di debito) e Iban. "Non conosco bene le motivazioni per le quali si è deciso di porre in essere questa iniziativa – dice Lorenzo Lauretano – Se è stata pensata per incentivare ancora di più l’uso della moneta elettronica potrebbe funzionare, però poi il Governo deve metterci sopra anche degli investimenti e delle agevolazioni. Perché sull’uso del Pos i commercianti pagano le commissioni e siccome oggi, a causa anche del Covid, di soldi ne girano molto meno, le persone tendono a ridurre gli acquisti e a farne di più modesti. Pagare una commissione bancaria su una transazione da 1 euro per un caffè sarebbe ridicolo. Se da questo punto di vista il Governo andasse incontro agli operatori del commercio, forse sì potrebbe funzionare".
"No, no, non voglio sentir parlare di cashback – dice Simonetta Fabbri – i miei dati personali non li do a nessuno. Questa è un’ulteriore violazione della privacy dei cittadini, perpetrata da questo governo". "Io utilizzo molto spesso il Bancomat – afferma Roberto Franceschini – ma non per questo credo che farò ricorso al cashback. Prima voglio vedere come funziona, poi deciderò".
Andrea Fabbri