REDAZIONE GROSSETO

Raffaella, grande cuore in silenzio

Comunità argentarina in lutto. Ma pochi sanno quello che la Carrà ha fatto veramente per solidarietà

Un dolore palpabile misto ad incredulità. Questo era il clima che si respirava ieri tra le tante persone ferme di fronte ai manifesti funerari con il nome di Raffaella Carrà fatti affiggere dal Comune.Raffaella qui era davvero una concittadina, non la star televisiva che tutti conoscevano e apprezzavano, ma una persona che dimostrava di essere "una del posto".

Era facile incontrarla a passeggio oppure al bar a prendere un caffè o in edicola a comprare i giornali, ma spesso accadeva anche che fosse lei ad invitare gli amici casa – come l’ex sindaco Arturo Cerulli – per giocare a carte, soprattutto a burraco.

"Ho avuto modo di incontrare Raffaella Carrà pochissime volte – dice Gualtiero Della Monaca –, ma ho un ottimo ricordo di lei, sempre affabile e gentile con noi santostefanesi. La conobbi nel 2013 in occasione della consegna del Guzzo d’Oro avvenuta nella Fortezza Spagnola. La incontrai di nuovo nel 2019 all’Hotel di Torre di Cala Piccola per l’inaugurazione della terza edizione del Pop Corn Festival e dopo qualche giorno venne a visitare il Centro Studi Don Pietro Fanciulli di cui le avevo parlato. Fu molto prodiga di consigli e fece a tutti noi tanti elogi esortandoci a portare avanti con impegno e dedizione le nostre attività culturali; onorati per quella visita inaspettata, le regalammo il numero appena uscito della rivista L’Argentariana, un gesto che lei apprezzò molto".

"Raffaella – dice Roberto Cerulli – è sempre stata vicina alla Misericordia grazie ad un amico in comune: il dottor Renato Tulino. Ricordo la prima volta che la incontrai: erano passati alcuni giorni dal naufragio della Concordia e lei mi cercò per fare da tramite per aiutare un familiare di un disperso: quella mattina mi consegnò un assegno per lui. E lo volle fare tramite la nostra associazione per non apparire e ci chiese di mantenere il riserbo. E ancora per il terremoto all’Aquila. Cercò di nuovo la Confraternita per far arrivare materiale scolastico ai ragazzi. Ricordo che svuotò una cartolibreria di Porto S.Stefano e ci portò zaini, quaderni, penne. Lo scorso anno la nostra associazione promosse una raccolta per poter donare un respiratore al reparto di Rianimazione dell’ospedale di Grosseto. Apparecchiature salvavita il cui costo superava i 18mila euro. Una cifra impegnativa, ma noi tentammo. A pochi giorni dalla pubblicazione sui giornali di questa iniziativa ricevetti una telefonata da lei: aveva fatto un bonifico per l’intera cifra. E grazie al suo gesto la raccolta decollò a tal punto che riuscimmo addirittura ad acquistarne due e donarli all’ospedale di Grosseto. E poi un incontro particolare. In pieno periodo di pandemia mi invitò un giorno per un aperitivo al Bar Fuga. Insieme a lei ad attendermi l’amico Renato Tulino con la moglie Romilda e il suo collaboratore Gianluca. Con me portai alcuni volontari per presentarle i ragazzi che stanno ogni giorno sul pezzo nonostante le paure del Covid. Parlammo per un’oretta circa. Volle sapere i dettagli dei nostri servizi, di come fosse difficile riuscire a mantenere in piedi un’associazione così importante per l’Argentario intero. Rimase ammirata per l’opera dei nostri ragazzi. La invitai allora a visitare la sede sul nostro Lungomare ed accettò. Veramente un bell’incontro che sicuramente stava aprendo la strada ad un altro nobile gesto. Alcune settimane fa a Roma, dal suo notaio. Mi chiamò qualche giorno prima: voleva donarci un suo immobile a Porto S.Stefano. Disse che così lo potevamo usare per le attivtà della Misericordia. Ci avrebbe regalato un suo fondo di oltre 160 metri quadrati in via Panoramica".

Eraldo Nieto