Mercato coperto, pregi e difetti: "Offriamo qualità, ma siamo soli"

I gestori dei banchi chiedono al Comune maggiore sostegno. "Rivediamo i bandi per le assegnazioni"

Mercato coperto, pregi e difetti: "Offriamo qualità, ma siamo soli"

Mercato coperto, pregi e difetti: "Offriamo qualità, ma siamo soli"

Mentre fuori tutto cambia, rincorrendo la bramosia dei tempi odierni, c’è una costante che rimane tale al Mercato Coperto. L’unica che continua a tenere banco, nonostante trentatré anni, è la qualità. È quel posto dove puoi entrare ad occhi chiusi e farti guidare dal profumo delle fragole, carne, pesce, stoccafisso e un bella forma di formaggio per trovare il banco. C’è un però. La struttura è come se non si cambiasse la maglietta da più di trent’anni. Quali pensieri girano all’interno del mercato?

"Prima in centro c’era più affluenza – dice Sauro Campani, Pescheria da Francesco –. I clienti ci dicono che il centro risulta scomodo, è brutto sentirselo dire. Mi sono adeguato: ad esempio sbuccio i gamberi e sfiletto il pesce. Le persone erano più adattabili, ora vogliono più praticità".

"L’avvento dei supermercati ha influito – dice Simone Ciampoli, Pescheria F.lli Ciampoli –. Il lavoro si è ridotto, ma la qualità dei nostri prodotti resta ottima. È cambiato il sistema di vendita, ora le sogliole vengono sfilettate".

"Quando sono entrato – dice Maurizio Gaudenzi, da M. e Sonia – era sempre tutto pieno ed era un vero divertimento. Ciò che ci fa resistere è la materia prima di qualità".

"Le spese – afferma Alessandro Camarri, banco alimentare – sono diventate sempre più alte, ma i clienti sono come una famiglia ed è questo il nostro obiettivo. Viene creato un legame. Il Comune però ci ha abbandonato. Quando andremo in pensione, senza ricambio, qui chiude".

"L’arrivo dei supermercati ci ha condizionati conferma Roberto Narduci, Banco Formaggi –. Siamo un po’ demoralizzati però chi vuole la qualità deve venire qui. Chi assaggia i nostri prodotti, ritorna sempre".

"Basterebbero piccoli accorgimenti – sostiene Enza dello Stritto, Frutta e verdura da Enza –. La struttura andrebbe sistemata, per renderci più concorrenziali. Vorrei lo scioglimento del bando per i posteggi. Ci impegniamo a fornire qualità, così instauriamo il rapporto con il cliente".

"Il trucco è adeguarsi – dice Patrizia Gismondi, Delizie fresche di P. e Simone –, perché i clienti vogliono cose già pronte. Il punto di forza è la qualità insieme al servizio". "Il lavoro è un po’ calato – afferma Fabio Troiani, Pescheria da Roberto –. Prima avevamo anche più ristoratori. Puntiamo sulla qualità e sul servizio, i clienti ormai mi chiamano per nome. Mi diverto a dare le ricette e alle signore che abitano vicino, portiamo la spesa a casa".

"Al mercato coperto – afferma Romina Sestini, Prodotti Campani – viene chi vuole mangiare bene. La struttura però dovrebbe essere ammodernata, con orari prolungati e sciogliere i bandi. Qua ci sono i veri rapporti umani. Mi piacerebbe che il banco lo prendesse un giovane, avrebbe il lavoro avvantaggiato".

"La nostra clientela – spiega Enzo Nannini, Macelleria Nannini – c’è sempre e noi ce la mettiamo tutta per andare avanti. Ma non c’è ricambio sul futuro. Il mercato è un bene per la cittadinanza e motivo di aggregazione. Mi piacerebbe se qualcuno mantenesse la mia attività".

Il Mercato Coperto, resiste e ama i suoi clienti, nonostante il punto interrogativo sul suo futuro. Per ora attende una riposta. Chissà se con un look nuovo e tutti i banchi aperti non possa consacrarsi come il vero punto di riferimento per chi cerca la qualità dei prodotti locali. I contenuti ci sono tutti, ma serve anche un nuovo modo di valorizzare il "contenitore".