Malore fatale all’Isola del Giglio. I periti: "Negligenza dei medici"

Depositato il documento dei professionisti incaricati dal Pm Carmine Nuzzo

Malore fatale all’Isola del Giglio. I periti: "Negligenza dei medici"

Malore fatale all’Isola del Giglio. I periti: "Negligenza dei medici"

I consulenti della Procura di Grosseto avrebbero ravvisato elementi di "negligenza" e di "imprudenza" nell’operato professionale di due medici che al Pronto soccorso dell’ospedale di Orbetello avevano visitato il manager Fabio Attilio Cairoli, poi morto in barca nel porto dell’isola del Giglio verso le una della notte tra l’8 e il 9 luglio 2023 per un attacco cardiaco. Prosegue a tappe forzate l’inchiesta per cui sono stati emessi undici avvisi di garanzia dopo la morte del top manager avvenuta al Giglio l’estate scorsa. I consulenti del pm escludono responsabilità per gli altri sanitari e anche per il personale del 118 (medico, autista e due soccorritori volontari) che andò in emergenza allo yacht ormeggiato nella perla del Tirreno. Invece, gli specialisti coinvolti dal pm Carmine Nuzzo, puntano l’attenzione sulla visita al Pronto soccorso orbetellano della sera del 7 luglio dopo la quale Cairoli fu dimesso. "Dopo aver stabilito – si legge – che il decesso avvenne la notte del 9 luglio per una fibrillazione ventricolare che complicò un altro episodio ischemico associato a recidiva di stenocardia, su soggetto affetto da grave, estesa malattia coronarica", i consulenti della Procura ritengono che due medici del Pronto soccorso non avrebbero seguito protocolli e linee guida che bisogna fare in casi del genere. Un medico, hanno ricostruito, avrebbe effettuato la visita a Cairoli, disposto esami (sangue ed Ecg) e somministrato un farmaco, l’altro medico avrebbe chiuso il verbale e dimesso il manager verso mezzanotte. "Essi, però – sottolineano i consulenti Marco Di Paolo, Michele Edmin e Lorenzo Ghiadoni – non avrebbero seguito correttamente il protocollo interno della Asl". Sarebbero stati necessari, secondo i consulenti, "il prolungamento dell’osservazione del paziente, la ripetizione di un saggio di troponina, l’attivazione di una consulenza cardiologica" cui avrebbe potuto seguire il ricovero" anche per la presa in carico di una sindrome coronarica" concomitante con Herpes Zoster (comunemente detto ‘fuoco di Sant’Antonio’) "diagnosticato dai medici come unica causa della crisi stenocardica" per cui Cairoli andò al Pronto soccorso.