La "Sora Argia", storie di un teatro speciale

Luciana Pollini, fondatrice della compagnia "Noi di Maremma", ha saputo valorizzare e tramandare il nostro vernacolo anche ai più giovani

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Per la Maremma è come i butteri e i cavalli; un’icona. Se pensiamo al teatro in dialetto, non si può non ricordare Luciana Tosti Pollini, in arte Argia, o come dicono in molti, "la Sora Argia". Personaggio per antonomasia, figlia del palcoscenico che ha calcato fin dalla giovane età, ma soprattutto fondatrice del gruppo teatrale più antico che la nostra terra ha espresso, "Noi di Maremma". Quarantasette anni suonati, sono il background di questa formazione.

"Il gruppo – racconta Luciana – venne fuori nella stanza della parrocchia di San Francesco. All’epoca facevano catechismo ai bambini e insieme a Liana Tacconi volevamo realizzare una piccola recita con i ragazzi, ma non sempre erano disponibili. Io ero già salita su un palco all’età di 14 anni e convinsi Liana, che non l’aveva mai fatto a provare. Così sostituimmo i ragazzi. Paola Pannozzo si unì a noi recitando la poesia L’altro in maniera magistrale, seguita da Angelo Milani. In quel momento vennero fuori i nomi che poi ci hanno contraddistinto. Virgilio lui e Argia io. Virgilio era mio nonno e Argia un mia vecchia zia. Pian piano il gruppo assunse una connotazione più marcatamente teatrale. Si ingrandì con Carlo, Cinzia, Franco, Antonella, Katia, Remo, Ezio e Lio". "Si partiva dai titoli – spiega – e poi si costruivano i testi che nascevano al momento, durante le prove. Così iniziammo ad avere le prime richieste con trasferte nella parrocchia. Ben presto i confini provinciali. La prima commedia che costruimmo e mettemmo in scena fu Gli sposini del Poggiolo, seguita da La Bottega del poro zio, Si so spesi prima d’avelli, Becchi e bastonati, L’atumobile scritta da Enzo Gianni e Marco Moretti".

Una compagnia blasonata quella di "Noi di Maremma", che ha avuto molteplici premi, tra cui citiamo quelli della rassegna Grosseto Ridens del 2005, miglior spettacolo assoluto, miglior attrice protagonista e il premio "Biglietto d’oro" per l’affluenza di pubblico pagante, oppure il premio consegnato a Montagnano alla compagnia dal prefetto di Arezzo, alla nostra "capocomica" come migliore attrice. "Argia – racconta Luciana Pollini – ha più targhe della Fiat. Il nostro è stato un lavoro di recupero della tradizione orale maremmana con i detti, i proverbi, i modi di dire, citando posti e luoghi della vecchia Grosseto. Ecco perché siamo entrati nel cuore della gente".

Ma qual è il segreto di questa compagnia? Luciana-Argia non ha dubbi. "Le nostre prove erano particolari perché non avevamo un copione vero e proprio. Seguivamo solo un canovaccio come accadeva nella vecchia commedia dell’arte. Molto era lasciato all’improvvisazione e all’estro comico degli attori o teatranti che dir si voglia".