REDAZIONE GROSSETO

Istituto Sant’Anna. Le suore in cattedra. Ormai fanno scuola da novant’anni

Giornata speciale per l’istituzione fondata dai marchesi di Barolo. Oggi alle 19 proiezione di un docufilm sulla sua storia. Suor Grazia: "Tramandiamo i valori di chi volle questa realtà".

Istituto Sant’Anna. Le suore in cattedra. Ormai fanno scuola da novant’anni

Certo è che quella coppia vissuta due secoli fa deve essere stata speciale, perché chi li racconta oggi, lo fa con tanta gratitudine e riconoscenza. Se, tra le vie dietro alla stazione di Grosseto, c’è un edificio adibito a scuola primaria e d’infanzia paritaria è sopratutto per merito loro che ne furono i fondatori, Carlo Tancredi Falletti di Barolo e Juliette Colbert, marchesi di Barolo.

Testimoni di speranza, quella coppia è riuscita a lasciare il suo segno anche a Grosseto con la Scuola di Sant’Anna, che festeggia quest’anno i suoi novant’anni oggi alle 19 la proiezione del docufilm sulla storia della scuola e dei fondatori al salone della Santa Famiglia, realizzato con la collaborazione dei bambini e dei genitori, e ad ottobre la mostra fotografica. A parlare della storia suor Grazia Di Franco, gestore della Scuola Paritaria dell’Infanzia e Primaria Sant’Anna-Grosseto.

Qual è la storia della scuola?

"Comincia nel 1933 quando l’allora vescovo di Grosseto, monsignor Paolo Galeazzi, chiamò le Suore di Sant’Anna, affinché aprissero un Collegio per lavorare all’educazione della gioventù. Fu fondato così il primo Collegio femminile nella città, e negli anni a seguire venne acquistato terreno attiguo dando vita all’asilo. Tra il 1937 e il 1949 molte famiglie avevano il desiderio di affidare alle suore i loro bambini e trovarono adesione".

Si parla di anni storicamente difficili.

"Decisamente, perché l’attività del collegio venne interrotta dal bombardamento del 22 maggio 1942 e bloccata definitivamente dall’alluvione del 2 novembre. Dopo il restauro del ‘45 fu riaperta la scuola, mentre tra il 1950 e 1960 venne costruito un ambiente più idoneo e l’alluvione del 1966 accolse nel salone tante mamme e bambini".

Come si collega questa storia ai marchesi?

"La Congregazione delle suore di Sant’Anna è dovuta alla volontà dei fondatori Carlo e Giulia di Barolo per offrire un’adeguata educazione ai bambini, un sogno nato dietro le mura del loro antico palazzo torinese, che perdura nel tempo e in noi suore". Sembra esserci un forte legame e stima verso i fondatori, ci spieghi meglio.

"Hanno fatto della loro vita un impegno sociale andando incontro alle difficoltà che erano presenti. Non hanno potuto essere genitori, ma non si sono abbattuti di fronte a questo desiderio inesaudito ma lo hanno trasformato in gesti concreti come le fondamenta per l’istruzione popolare per l’educazione infantile. Hanno avuto, specialmente Carlo Tancredi, una visione lungimirante, preparando nel passato la società di oggi, e particolarmente moderna e attuale basando tutto sulla trasmissione di una ’buona educazione’".

Quali sono i valori delle suore di Sant’Anna?

"È ciò che ci hanno lasciato i marchesi fondatori, cioè prendere in mano la matita del disegno provvidenziale di Dio, aprendo il nostro cuore agli altri, aiutandoli, perché così si vive felici, trasfondere al prossimo l’amore che proviamo rendendoci veramente umani".

La "discendenza" creata dai marchesi portata avanti dai valori che tramandano le suore di Sant’Anna, capaci di durare oltre i secoli nel nome della carità e umiltà è anche nel cuore di Grosseto da novant’anni.

Maria Vittoria Gaviano