
Il bilancio dell’attività di Avis. Più donatori, meno donazioni
Questa volta non è tendere la mano, bensì il braccio. Per un grande prelievo. Un gesto fondamentale: donare salva la vita.
L’Avis provinciale ha illustrato i dati dell’attività svolta nel corso del 2023 e il bilancio evidenzia un leggero calo delle donazioni, benché in ripresa rispetto al 2022. Sono 134 le donazioni "perse" nel 2023 ma su 11.405 effettuate, quindi si parla di una perdita dell’ 1,16%. I donatori attivi Avis sono 6.866 mentre chi ha compiuto una donazione almeno una volta nel 2023 sono 5.859, più 56 rispetto al 2022. In diminuzione il sangue intero, mentre sono incrementati il plasma e multicomponenti. Questo dato, contrario al 2022, è un ritorno alla tendenza, andando in direzione dell’indicazione nazionale che pone attenzione al plasma dato che a livello italiano non c’è autosufficienza.
Il 30% viene importato dall’estero, e viene utilizzato anche per produrre farmaci salvavita.
Senza sangue però, non vengono erogati l’85% dei servizi sanitari. Il numero di donazioni è inferiore secondo il dato di chi ha donato nell’ultimo anno, l’indice di donazione è sceso da 1,99 a 1,94. In crescita il dato dei nuovi donatori, 627, con un incremento di 62 persone. In questo caso è evidenziato l’aumento delle donne, anche se le donazioni maschili rimangono in numero maggiore, anche perché per gli uomini è fisiologicamente più indicato donare. Gli uomini sono il 64,65% della platea dei donatori.
Seguendo la lettura dei dati c’è un aumento di donatori ma un lieve calo di donazioni, perché? Il motivo c’è ed è perché vanno meno a donare. Le donne invece donano più plasma dei maschi. Il nocciolo duro nelle fasce d’età, dove c’è una maggior concentrazione di donatori, è spostato verso le fasce più alte. Incrementi anche nei giovani, dove c’è un forte aumento da parte delle ragazze dai 18 ai 25 anni. Crescono i donatori ultra sessantacinquenni, considerando che l’età massima per donare è fino ai settant’anni.
Quali sono i gruppi sanguigni con più presenze? Lo zero negativo. Mentre la meno numerosa lo AB negativo.
Riguardo le sezioni Grosseto ha riscontrato una perdita di 60 donazioni. Un dato che salta all’occhio, tenendo conto della possibilità ridotta per poter donare (potendo accedere solo una volta a settimana) è Manciano con l’aumento del 12%. Il bacino del plasma è Castel del Piano che sul totale delle donazioni ne conta il 45,4% di questo tipo.
La situazione in Maremma è stata illustrata dal presidente provinciale Carlo Sestini e da quello comunale Erminio Ercolani.
"Sono soddisfatto – afferma Sestini –, anche perché a livello regionale non abbiamo registrato un forte calo. C’è necessità di nuovi donatori perché il bisogno è sempre di più. Il pensiero va ai donatori e alla sezioni dove si impegnano i volontari, e al sistema trasfusionale con gli operatori del settore. Per adesso i medici ci sono, ma siamo al limite. Dovesse mancarne anche uno, rappresenterebbe un problema. Difatti la Asl ha messo in campo un’imponente azione utilizzando medici prelevatori: qualsiasi medico, quindi, può accedere alle attività nei centri trasfusionali dopo un corso specifico. Tecnicamente,selezionerà i donatori, controllando gli esami del momento o storici. Vengono fatti controlli soprattutto in periodi specifici, o chi giunge da altri Paesi. A Roma c’è il problema della Dengue, e ne ha risentito tanto Orbetello per chi raggiungeva la capitale, anche solo per la vicinanza" ."Secondo i controlli – spiega Ercolani – il nostro sangue è uno con il più alto tasso qualitativo".