NICOLA CIUFFOLETTI
Cronaca

I servizi sanitari sul territorio: "Casa della Salute, buon progetto. Ma sblocchiamo le assunzioni"

Incontro pubblico promosso dallo Spi Cgil. Evidenziati i punti positivi e anche le sue debolezze

Incontro pubblico promosso dallo Spi Cgil. Evidenziati i punti positivi e anche le sue debolezze

Incontro pubblico promosso dallo Spi Cgil. Evidenziati i punti positivi e anche le sue debolezze

’Sala Nerucci’ gremita per l’incontro promosso dallo Spi Cgil dedicato alla medicina territoriale nel comprensorio amiatino, con il coinvolgimento di sindacati, amministratori locali e Regione. Al centro del dibattito, la Casa della Salute di Castel del Piano, già individuata come sito sperimentale di un nuovo modello organizzativo per la sanità nei territori montani, che sarà poi esteso alle future Case di Comunità.

"La nostra – ha esordito il segretario provinciale dello Spi, Erio Giovannelli – è una delle esperienze pilota individuate dalla Regione, con l’obiettivo di costruire un sistema capillare di servizi sociosanitari. Un modello replicabile, che valorizza i bisogni delle comunità montane". Giovannelli ha poi sollecitato l’apertura immediata dei servizi anche nelle Case di Comunità già pronte a Massa Marittima, Scansano e Ribolla. La sindaca di Castel del Piano, Cinzia Pieraccini, ha ribadito la necessità di un’integrazione reale tra sanità ospedaliera e territoriale, soprattutto in aree come l’Amiata, dove la popolazione è anziana e dispersa.

"La Casa di Comunità – ha detto – deve essere il ponte tra centro e periferia, usando strumenti come la telemedicina e il teleconsulto. Ma occorrono anche incentivi per attrarre giovani medici e la possibilità per i pazienti di accedere ad ambulatori in aree funzionali territoriali limitrofe, con regole più flessibili".

Preoccupazione è stata espressa anche da Roberto Carletti, segretario della Funzione Pubblica Cgil, riguardo all’abuso delle cosiddette "prestazioni aggiuntive". "Sono una scorciatoia per superare il blocco alle assunzioni, ma minano la qualità e la sicurezza delle cure, esponendo il personale a turni eccessivi e generando un sistema a gettone insostenibile".

La segretaria generale della Cgil, Monica Pagni, ha poi ampliato il discorso, puntando il dito contro la scarsità di risorse pubbliche: "La sanità regionale regge grazie alla dedizione del personale, ma il problema è strutturale: il tetto alle assunzioni imposto dal 2004 ha favorito la privatizzazione silenziosa di molti servizi pubblici".

A chiudere i lavori è stato l’assessore regionale alla Salute, Simone Bezzini, che ha riconosciuto le difficoltà ma ha ribadito l’impegno della Regione: "Stiamo investendo in incentivi, nuove tecnologie e concorsi pensati per i territori marginali".