REDAZIONE GROSSETO

Assalto al magazzino di liquori: "Così non è più possibile andare avanti"

Il titolare: "Ho subito anche danni ingenti. Meglio chiudere"

Il titolare di Liquori Montecchi

Grosseto, 11 luglio 2015 - Arrabbiato? Deluso? Forse più amaramente rassegnato. Il proprietario del magazzino «Liquori Montecchi», che nella notte tra giovedì e ieri è stato assaltato dai ladri, dà la sensazione di non volersi più arrabbiare. Il «colpo» che ha subito dà l’idea di un assalto, di essere stato compiuto da chi lo ha studiato per un po’, organizzando ogni minimo dettaglio. Per un bottino che si aggirerà intorno ai diecimila euro, anche se il conto preciso non è stato fatto, cui devono essere aggiunti i danni subiti. La Banda Bassotti prima è entrata nel capannone «Neon Scatena»: entrando da una finestra e da un buco nel tetto creato dagli stessi ladri. Una volta entrati nel magazzino hanno rubato un furgoncino tipo Ducato.

Poi sono passati ad occuparsi del capannone accanto, quello di proprietà di Silvio Montecchi. Qui hanno portato via circa cento cartoni di liquori pregiati, causando danni ingentissimi, perché per entrare hanno squarciato la copertura in tre punti e distrutto il sistema di allarme, la cui scatola è stata aperta con un’accetta. Prima si sono preoccupati anche di addormentato il cane. «Una situazione che non è più tollerabile – commenta il proprietario – Oltre quanto portato via c’è da fare ancora la conta dei danni subiti, che comunque saranno ingenti». Poi qualche riflessione mentre sta aspettando di denunciare il furto. «Vede non si tratta di essere arrabbiati o amareggia – sottolinea Montecchi – Il problema reale è che fino a quando il gioco varrà la candela, questi episodi non diminuiranno. Anzi. A me è già la quarta volta che capita. Ma che possiamo fare? Prendersela con le forze dell’ordine? Direi proprio di no, non possiamo mettere un carabiniere o un poliziotto per ciascun abitante. Il problema vero è che se quando vengono presi, dopo qualche giorno tornano in libertà e la pena che rischiano comunque è bassa, decidono di rischiare. Forse fanno bene loro. Chi glielo fa fare di lavorare tutto il giorno? Se non cambia questo aspetto, il resto è tutto inutile. Anche l’impegno delle forze dell’ordine».

Ieri pomeriggio, poi, Montecchi si è presentato al comando dei carabinieri per sporgere formalmente denuncia, altro tempo tolto al lavoro. «Mi chiedo, sinceramente, se valga la pena – conclude il proprietario del magazzino – continuare a rimanere aperti. Se dobbiamo stare con il timore ogni mattina di scoprire i furti, oppure se dobbiamo addirittura fare la guardia da soli, pensando di dormire nel magazzino, con il rischio peraltro di rimetterci la vita in questo modo, a quel punto non ci resta che chiudere». Una riflessione che purtroppo ha l’amaro sapore di una presa di coscienza.

Cristina Rufini