Falsi "Green pass", inizia il processo per quattro

Un gruppo di medici e infermieri dell'ospedale di Castel del Piano è accusato di aver falsificato certificazioni per ottenere il green pass "rinforzato". Alcuni hanno patteggiato, altri andranno a processo. Le indagini sono partite da presunte irregolarità nella gestione dei tamponi. L'Asl sud Est si è costituita parte civile.

Falsi "Green pass", inizia il processo per quattro

Falsi "Green pass", inizia il processo per quattro

Sono accusati di aver scritto false certificazioni per ottenere il green pass "rinforzato". In tre hanno chiesto alla giudice per le indagini preliminari Cecilia Balsamo il patteggiamento, sei saranno giudicati con il rito abbreviato, quattro invece hanno scelto di andare a dibattimento. Il terremoto giudiziario investì il pronto soccorso dell’ospedale di Castel del Piano: la direttrice, insieme ad altri quattro medici e a tre infermieri, secondo l’accusa, avevano messo a verbale che alcuni pazienti, tra i quali i loro familiari, erano stati sottoposti al tampone, risultando positivi al Covid. I tamponi, però, non erano mai stati eseguiti. La positività accertata però serviva per i certificati Inail di infortuni sul lavoro o di malattia. E, una volta finita la classica quarantena, si otteneva il "green pass rinforzato", attestando falsamente non la guarigione, ma anche lo stesso contagio. A far partire le indagini era stata la segnalazione da parte dell’ospedale su presunte irregolarità nella raccolta e nella gestione dei tamponi da parte di un medico del pronto soccorso di Castel del Piano. Adesso si aprirà il processo. L’Asl sud Est, che aveva avviato subito un’indagine interna, quando i carabinieri si presentarono all’ospedale per le perquisizioni, si è costituita parte civile.