
Il presidente Claudio La Nave e il direttore della scuola di volo Piero Stelli
Grosseto, 17 febraio 2015 - HANNO SCELTO un nome antico per proiettarsi nel futuro. Allo «Scabris», ovvero il vecchio nome del porto del Puntone al tempo degli Etruschi, hanno aggiunto un «Fly», ovvero «volare». Volare non solo con gli aerei, ma anche per i droni. E’ stata proprio l’associazione Flyscabris – per la prima volta in provincia di Grosseto – ad organizzare il corso, a cadenza mensile, di formazione teorica per «Sapr», ovvero il sistema aeromobili di pilotaggio remoto, i droni appunto. Quattro giorni, una full immersion di 33 ore: soltanto dopo si avrà in tasca un attestato di idoneità in cornformità all’articolo 17 del regolamento Enac. Il primo passaggio di legge che bisogna possedere per poter andare avanti se si vuole utilizzare un drone.
«SI TRATTA di quattro giorni intensi – spiega Piero Stelli, direttore della scuola di volo dell’aviosuperficie di Scarlino – dove si svolgeranno temi sul volo Vds, il volo da diporto sportivo. Ma anche i temi riguardanti i sistemi, i materiali utlizzati per far volare i droni. Ma anche capirne la meccanica, ovvero dall’aspetto elttronico fino a quello pratico». Niente prove, però. «Non ci saranno prove pratiche – spiega Stelli – il corso non lo prevede. Nei nostri corsi spiegheremo quali sono gli strumenti. Non tanto pilotare, spieghiamo quali sono gli strumenti dell’aspetto pratico dell’utilizzo». Il boom dell’utilizzo dei droni è scoppiato qualche anno fa. Sia a livello di aeromodellismo che soprattutto a livello professionale. Ma per manovrare uno di questi sofisticati apparecchi ci sono delle leggi gestite da Enac, che poi sono quelle del volo. L’ente nazionale dell’aviazione civile, ha quindi preso l’impegno di regolamentare tutta questa giungla di attività. Fiorite in questi ultimi mesi per l’utilizzo dei droni in tantissime sfaccettature: dalle video riprese, ai rilevamenti termografici, sia a livello di agricoltura che a livello edilizio. E poi il monitoraggio dei pannelli solari, la protezione civile, analisi del territorio, fotogrammetria e anche la mappatura del territorio. Regolamentazione resa necessaria per obbligare l’applicazione. E chi opera fuori dalle nome stabilite dalle vigenti normative rischia delle multe davvero molto salate: fino a 200mila euro. In Maremma tutto questo potrà essere evitato, grazie alla «Flyscarbris». «Il corso inizia sabato prossimo (21 febbraio, Ndr) – prosegue Stelli –. Sono ancora aperte le iscrizioni e siamo pronti ad accogliere altre persone al fine di consentire a tutti di mettersi in regola. Per utilizzare i droni serve infatti una certificazione. Noi siamo in grado di rilasciare il primo attestato per poi arrivare alla qualifica di operatore professionale tramite un percorso che Enac ha ben evidenziato». Dopo il certificato base, infatti, si potrà proseguire. «Serve prima il corso teorico – prosegue Stelli –, poi serve una visita medica di seconda classe, la successiva sperimentazione con un drone, il manuale di volo per certificarsi come operatore». Un’idea avvincente: «Tutto nasce dalla passione – conclude Stelli –. Ma anche ovviamente è un modo per promuovere la nostra attività, ovvero la promozione del volo».