Del Corridoio tirrenico si è persa la strada...

Fra progetti accantonati, promesse mancate e governi che cadono il completamento di questa infrastruttura continua a restare un miraggio

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Tra un cambio di governo e l’altro, l’adeguamento dell’Aurelia sembra scomparso dai radar. Nessuna notizia sull’annunciato commissariamento, che avrebbe dovuto trasferire tutte le competenze all’Anas, per l’adeguamento del tratto tra Tarquinia e San Pietro in Palazzi, già inserito in un decreto Milleproroghe che però non ha evidentemente portato all’affidamento dei lavori.

La questione torna rovente a ogni estate, quando sulla strada si contano, soprattutto a sud di Grosseto attraverso i territorio di Magliano, Orbetello e Capalbio, gli inevitabili disagi dovuti a troppi incroci a raso, assenza della corsia di emergenza e, per ben tredici chilometri sul territorio di Capalbio, una sola corsia per senso di marcia.

Considerando che quella è la strada che ogni fine settimana supporta il traffico tra Roma e la Costa d’Argento, è facile rendersi conto degli ingorghi che è in grado di produrre.

C’è già un’indicazione progettuale, che deve ancora sciogliere un paio di nodi. Nessuno sembra più intenzionato a parlare di ‘autostrada’, d’altronde l’assegnazione ad Anas conferma questa direzione, ma sul raddoppio dell’Aurelia resta da risolvere prima di tutto cosa fare ad Albinia, se andare cioè in variante verso l’entroterra o restare sulla sede attuale.

La prima soluzione scontenta le campagne, tra aziende agricole e agriturismi, la seconda scontenta chi vede nel collegamento diretto tra centro abitato e spiaggia l’opzione più spendibile per il futuro sviluppo della zona.

Altro nodo da sciogliere, il passaggio a Orbetello Scalo, dove in uno stretto fazzoletto di terra si trovano un’area abitata, una zona commerciale, la ferrovia, la laguna, l’ex Sipe Nobel e l’ex Sitoco (lo stabilimento industriale che attende una bonifica milionaria).

Tra le varie ipotesi era stata considerata anche quella di realizzare un gigantesco tunnel per risolvere la questione passandole sotto. Ma sembra ormai accantonata per qualche serio problema al capitolo ‘costi’.

Nell’attesa di sapere come si risolverà la situazione, lo sviluppo dell’area è comprensibilmente congelato.

All’adeguamento dell’Aurelia era poi collegata anche un’altra questione, ovvero la messa in sicurezza idraulica della campagna dietro Albinia, soggetta alle esondazioni dell’Albegna. Ma nell’attesa che arrivino risposte per l’Aurelia, anche quella faccenda sembra essere rimasta parcheggiata in sala d’attesa. Tra un governo e l’altro.

Riccardo Bruni