Covid 19: c’è pure l’emergenza abitativa

Cresce il numero di famiglie che non riesce a pagare l’affitto. Problema che mette con le spalle al muro anche i proprietari di immobili

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Se ne parla poco, quasi per nulla, ma tra le conseguenze economiche prodotte dall’emergenza sanitaria si sta ingigantendo quella dell’emergenza abitativa. Materialmente rappresentata dalle facce di una stessa medaglia. Da una parte affittuari che non pagano più gli affitti; dall’altra proprietari di immobili in locazione cui vengono mancare entrate importanti, spesso unica fonte di reddito. Un vero e proprio cortocircuito di complicata risoluzione. Una situazione intricata nella quale gioca un ruolo determinante – e per certi aspetti pesante – il blocco degli sfratti, che con il Milleproroghe è stato prorogato al 30 giugno.

Se, da una parte, questa misura, infatti, tutela gli inquilini morosi che non possono più pagare l’affitto perché a causa della pandemia hanno perso il lavoro oppure non percepiscono nei tempi corretti la Cassa integrazione, dall’altra mette al riparo anche i furbetti che vogliono farsi gioco dei padroni casa. I quali, dal loro punto di vista, perdono soldi che possono essere fondamentali per la loro stessa sussistenza. Perché se è vero che tra i locatori ce ne può essere qualcuno che con gli affitti lucra più del dovuto, è altrettanto vero che molti campano proprio gli introiti degli affitti. Alcuni ci pagano la retta dell’asilo dei figli; altri quelli della casa di riposo per i genitori anziani. Se gli viene a mancare quel tipo di entrata possono avere problemi a cascata.

Per chi, tra i proprietari di immobili, si trova in queste condizioni di sopravvivenza il problema del blocco degli sfratti è dunque grande. Perché le tasse sugli affitti non sono state né sospese, né tantomeno annullate. Stessa cosa per l’Imu. Si trovano, quindi, da una parte senza un’entrata fissa che gli consentiva di godere di servizi essenziali, e dall’altra comunque costretti a versare gli oboli di legge. Condizioni che spingono inevitabilmente verso l’avvio della procedura di sfratto. Che tra tutto può arrivare a costare anche 2mila euro, ma almeno blocca il pagamento delle tasse sugli affitti.

È chiaro, però, che lo sfratto mette in difficoltà l’affittuario che rischia di trovarsi in mezzo a una strada in un momento pandemico molto grave. Ecco allora che il blocco degli sfratti pensato dal Governo Conte e ribadito dal Parlamento ha un senso. Ma così, appunto, il sistema pare andare in cortocircuito.

"Ci rendiamo conto delle difficoltà dei proprietari, per molti dei quali l’assegno dell’affitto a fine mese costiuisce l’unica fonte di sostentamento – dice Antonio Terribile, segretario del Sunia Grosseto – però posso testimoniare che a Grosseto le persone in difficoltà con gli affitti per valide ragioni legate all’emergenza sanitaria ed economica in corso stanno aumentando. Rimuovere il blocco degli sfratti porterebbe a una catastrofe sociale in Maremma. Abbiamo fatto alcune valutazioni tecniche dalle quali emerge che ne l nostro territorio ci sarebbe bisogno di almeno 250 alloggi, tra case popolari e alloggi di emergenza abitativa. Posso garantire – conclude Terribile – che il numero di persone che si rivolge allo sportello del Sunia o direttamente al Coeso per chiedere un aiuto o anche un semplice consiglio perché non riesce a star dietro all’affitto, è in costante aumento. Siamo impegnati dunque su due fronti: evitare la cancellazione della norma che proproroga il blocca-sfratti e studiare insieme a Confedilizia possibili soluzioni per tutelare anche i proprietari di immboli".

Andrea Fabbri