NICOLA CIUFFOLETTI
Cronaca

Coldiretti in prima linea. C’è ’Pesca Amica’ contro i furbetti dell’italian sounding

Mercato per promuovere il pescato locale e far conoscere anche le specie meno richieste ma di grande valore e gusto. In più, lotta a chi ’spaccia’ per prodotti nazionali quelli che non lo sono.

Simone Castelli

Simone Castelli

La pesca è in acque sempre più agitate. A metterlo nero su bianco è Coldiretti, che parla di un settore in difficoltà strutturale, messo sotto pressione dalla concorrenza del pesce importato e da abitudini di consumo ormai disconnesse dalla stagionalità e dal territorio. Un paradosso tutto italiano: l’80% del pesce che finisce sulle tavole proviene dall’estero, mentre nei porti della Toscana – compresi quindi quelli della Maremma – restano operative solo 600 imbarcazioni, sempre più penalizzate da costi elevati e margini ridotti.

La pesca, seppur sia un settore in crisi, in provincia di Grosseto continua ad avere numeri da tenere in considerazione e a confermarlo è Coldiretti. Sono circa 300 gli occupati diretti della filiera, coloro cioè che lavorano sulle imbarcazioni ed è di circa 3mila tonnellate la produzione annuale attesa dalla pesca selvatica. Per riavvicinare dunque il consumatore al pesce locale Coldiretti ha portato a Grosseto un progetto nazionale. ’Pesca Amica’ sostenuto dal ministero e dai fondi Feampa 2021-2027, ha l’obiettivo di sensibilizzare cittadini e consumatori sull’importanza di scegliere pesce locale, fresco e tracciabile. L’iniziativa è arrivata al mercato di ’Campagna Amica’ della città. La filiera corta diventa così non solo una leva economica ma anche una misura di tutela per i consumatori.

Durante la giornata al mercato di Grosseto, i ’cuochi contadini’ hanno mostrato come preparare piatti saporiti con specie poco valorizzate ma abbondanti nei mari toscani, come acciughe, triglie, cefali e sogliole. Su questo tema, quello cioè del calo dei consumi del pesce italiano, ha commentato anche Daniela Borriello, responsabile nazionale Coldiretti Pesca che ha sottolineato come sia importante "promuovere il pescato locale e che ciò significa sostenere l’economia dei nostri mari ma anche garantire sicurezza e qualità alimentare".

Un altro fronte caldo è quello della trasparenza. Coldiretti Grosseto ha rilanciato la petizione europea per introdurre l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti i prodotti alimentari, inclusi quelli ittici. L’obiettivo è contrastare il fenomeno dell’"italian sounding": prodotti stranieri che, grazie a lavorazioni minime, vengono spacciati per italiani.

"È una questione di equità economica e di rispetto per chi lavora davvero nei nostri mari – ha dichiarato Simone Castelli, presidente provinciale di Coldiretti –. Solo con regole chiare possiamo proteggere i consumatori e difendere il lavoro dei nostri pescatori".

L’associazione chiede inoltre che venga applicato il principio di reciprocità nelle importazioni: nessun prodotto dovrebbe entrare nel mercato europeo se non rispetta gli stessi standard ambientali, sanitari e sociali richiesti ai produttori locali. Una proposta che mira a riequilibrare le distorsioni del mercato globale e dare respiro a un comparto strategico dell’economia grossetana e toscana, oggi più che mai bisognoso di attenzione e politiche di sostegno concrete.

Nicola Ciuffoletti