
Carletti (Cgil): "Servono soldi e assunzioni. Basta con le chiacchiere"
"Ancora una volta il tema della sanita irrompe nella competizione politica e diventa uno spot elettorale". Inizia così Roberto Carletti, segretario Fp Cgil. "Vendere un provvedimento pasticciato e privo di risorse come la panacea per risolvere il problema delle prestazioni e delle liste d’attesa – – ha aggiunto – è un’offesa all’intelligenza di chi da tempo denuncia il problema delle risorse insufficienti". Il problema, come sempre, è quello delle risorse alla sanità. La Media europea della spesa sanitaria e del 7,5% del prodotto interno lordo, con punte che sfiorano il 10% in Francia e in Germania. In Italia nel 2023 siamo arrivati al 6,3%: ogni punto percentuale del Pil italiano equivale a 20,8 miliardi. Il che significa che lo scorso anno siamo stati 24 miliardi sotto la media europea. "Non e quindi attraverso alcuni interventi tecnici o attraverso la detassazione degli incentivi piuttosto che l’aumento delle prestazioni aggiuntive, che si risolve quest’annoso problema – prosegue – Piuttosto, è preoccupante che si continui a chiedere a un personale ormai esausto ancora nuove prestazioni, ancora più ore. Non accorgendosi che già oggi il sistema si regge attraverso lo straordinario, il salto di riposo, la mancata fruizione di ferie e permessi. Occorre viceversa assumere, assumere e ancora assumere. Oltre ovviamente a retribuire degnamente i vari professionisti che attraverso il proprio lavoro si prendono cura di noi, in modo da contrastare questa fuga quotidiana dal pubblico di migliaia e migliaia di operatori. Affidare la salute dei cittadini al mercato non eÌ una buona cosa. Ne per quanto riguarda l’appropriatezza delle prestazioni sanitarie, ne per i costi. Ebbene - conclude Carletti - la Funzione pubblica della Cgil continuerà la propria battaglia in difesa della sanita pubblica, per il diritto universale alla salute, per chiedere più risorse e più assunzioni. Ma anche per garantire una retribuzione adeguata ai lavoratori".