Grosseto, come la guerra finisce nel piatto. Estate con frittura di pesce più cara

Gli stabilimenti balneari di Marina e Principina organizzati per mantenere il più possibile inalterati i prezzi. Guerrini rivela: "L’olio di semi costa il 300% in più a causa delle speculazioni. Ritocchi inevitabili"

Questa estate sono possibili piccoli aumenti dei prezzi dei piatti ai ristoranti

Questa estate sono possibili piccoli aumenti dei prezzi dei piatti ai ristoranti

Grosseto, 13 maggio 2022 - Se quest’anno, per gustare un buon piatto di frittura di pesce in uno dei tanti ristoranti sul mare della costa Maremmana sarete chiamati a pagare qualche centesimo in più, non stupitevi: sarà l’effetto della guerra in Ucraina. O meglio, a dire dei titolari dei bagnetti di Marina di Grosseto e Principina a Mare la colpa sarà della speculazione che in questo periodo sta montando sulle materie prime che concorrono alla formazione del piatto da servire ai tavoli. "Temo proprio che qualche ritocco sarà inevitabile" commenta Simone Guerrini, presidente della Rete imprese balneari della Maremma. "Ma sarà impercettibile agli occhi dei clienti – assicura – Stiamo parlando di qualche centesimo di euro, 50 al massimo. Raramente potremo raggiungere l’euro di aumento". Aggiustamenti di prezzo che Guerrini definisce "inevitabili", oltre che "impercettibili", perché già in questi giorni "i costi delle materie prime e di ciò che serve per fare impresa sono aumentati mediamente del 30%".

E per spiegare a cosa stanno andando incontro le decine di titolari di stabilimenti balnerai del litorale grossetano, Simone Guerrini fa un esempio specifico alla portata – è proprio il caso di dirlo – di tutti. "I piatti che in estate, nei locali fronte mare, vanno per la maggiore sono la pasta allo scoglio e la frittura di pesce – spiega Guerrini –. Fatto 100 il prezzo del pesce che andavamo a comprare lo scorso anno presso i pescatori di fiducia, quest’anno, già in questo periodo, lo paghiamo anche 160 o 170 perché ai pescatori è schizzato alle stelle il costo del gasolio. Non solo. Per friggere il pesce di solito si usa l’olio di semi. Tutti sappiamo cosa sta accadendo alle importazioni. Ma anche se in Italia, a oggi, non abbiamo alcun problema di approvvigionamento perché il problema della scarsità del prodotto lo sentiremo davvero nel 2023, i prezzi sono comunque aumentati anche del 300% per gli effetti speculativi paragonabili a quelli avuti alle pompe di benzina subito dopo l’invasione russa in Ucraina. I nostri stabilimenti – dice sempre il presidente della Rete imprese balneari della Maremma, Simone Guerrini – sono aziende economiche che devono auto-sostenersi. Se aumentano i costi, dobbiamo trovare il modo di ’assorbirli’. Ma non possiamo certo rifarci del tutto sui prezzi ai clienti, perché in un momento delicato come questo rischieremo di spostare i flussi in altri territori, con conseguenze negative che si proietterebbero anche negli anni futuri. Non è proprio il momento di praticare i rincari, ma è chiaro che su alcuni piatti specifici ci possa essere un piccolo ’aggioustamento’. Va detto, però, che l’aumento di 50 centesimi di euro in una singola portata non copre neanche il 10% dell’aumento dei costi che come imprese siamo costretti ad affrontare. Costi cui dovremo necessariamente far fronte in primis con nostre risorse personali, cercando, laddove possibile, di aumentare i flussi di clientela".