Appalto Asl per i Centri prelievo. Sindacati pronti alle barricate

Le segreterie provinciali dei confederali scrivono a D’Urso: "No alla privatizzazione dei laboratori"

Antonio D’Urso, direttore generale della Asl Sud Est

Antonio D’Urso, direttore generale della Asl Sud Est

Grosseto, 24 giugno 2020 - Sebbene la cosa fosse stata annunciata da tempo, anche se forse in maniera non troppo visibile, la notizia della pubblicazione all’albo pretorio dell’Asl Toscana Sud Est di un avviso pubblico per appaltare a strutture private il servizio delle analisi del sangue (con relativo processo di lavorazione della sostanza ematica) ha sorpreso molte forze politiche e tutti i sindacati. Tanto che Cgil, Cisl e Uil, appresa la notizia pubblicata ieri da La Nazione, hanno preso carta e penna e scritto una lettera telegrafica per quanto ficcante al direttore generale dell’Asl, Antonio D’Urso. "Le scriventi segreterie provinciali confederali – hanno scritto Cgil, Cisl e Uil – chiedono formalmente l’immediata sospensione della procedura prevista nella delibera 658, ritenendo non condivisibile la necessità del ricorso alle strutture private accreditate. Chiediamo altresì di essere convocati d’urgenza". Firmato: Claudio Renzetti , Fabrizio Milani e Federico Capponi . Ai tre confederali ieri mattina si è unita anche la Ugl di Grosseto. "Esternalizzare il servizio prelievi a privati – scrive Giuseppe Dominici , segretario provinciale e regionale della Ugl – è una decisione scellerata. Con la scusa del Covid19 stiamo assistendo a veri e propri scempi nel mondo del lavoro, ma questa decisione porta davvero la bandiera. Ci nasce una domanda: "Non è che con questa ’emergenza’ si apre un vero e proprio portone alle esternalizzazioni cosi come è avvenuto già in altri settori? Magari con l’avvento delle tanto amate cooperative?". Dopo la telegrafica lettera al direttore D’Urso, i tre sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil hanno poi argomentato le loro ragioni in una nota stampa. "I servizi di analisi e prelievo del sangue – scrivono Renzetti, Milani e Capponi – devono essere garantiti dalle strutture pubbliche, in tempi veloci e con modalità adeguate. Poiché la storia c’insegna che non c’è niente di più definitivo di ciò che inizia come provvisorio, chiediamo all’azienda di fermarsi e di convocare velocemente le organizzazioni sindacali per un confronto di merito, per dare nel minor tempo possibile una risposta urgente nel modo più appropriato ai bisogni dei cittadini utenti del servizio sanitario regionale. La situazione è incandescente ed è opportuno evitare che il malcontento degeneri. Perché il rischio concreto è che in assenza di risposte adeguate, sindacati, lavoratori e cittadini si trovino a dover manifestare insieme le proprie insoddisfazioni". Andrea Fabbri © RIPRODUZIONE RISERVATA