
Aborto, che polemiche: "Vivarelli? Il solito. Non ha risposte. Pensi alla sua città"
Ancora polemiche sull’adesione del sindaco di Grosseto alla proposta di modifica della 194, la legge sull’aborto. "La destra, a Grosseto come al governo del paese, utilizza lo stesso metodo: incapace di dare risposte ai problemi reali dei cittadini cerca di spostare l’attenzione su altro – inizia Marco Simiani, deputato Pd –: ultima in ordine di tempo la Legge 194. Entrare nel merito della questione significherebbe dare dignità di interlocuzione a chi non lo merita: caro sindaco invece di continuare polemizzare sui diritti delle donne ed a offendere chi tenta di salvaguardare questi diritti (come l’assessora regionale della Toscana Alessandra Nardini a cui va la mia solidarietà), provi a lavorare con serietà per i problemi della sua comunità, che sono tanti e irrisolti". "Il sindaco di Grosseto non si smentisce mai – aggiunge Emiliano Fossi, segretario regionale del Pd – Prima lascia allibiti sostenendo la proposta di far ascoltare il battito del feto alle donne in procinto di abortire, poi offende la nostra assessora regionale Alessandra Nardini che ha giustamente difeso la legge 194. Ormai abbiamo perso il conto delle uscite contro le donne del sindaco Vivarelli Colonna, ma non possiamo consentire che chiunque - a maggior ragione un primo cittadino - possa offendere chi non la pensa come lui. Si rassegni alle donne libere, sia di scegliere sia di dire quello che pensano. La Toscana è terra di democrazia e di diritti". "L’adesione di Vivarelli Colonna alla proposta di legge rappresenta purtroppo l’ennesimo tentativo di mettere in discussione il diritto all’aborto faticosamente conquistato dalle donne – aggiunge Veronica Tancredi, presidente della Commissione Pari Opportunità della Provincia – Obbligare una donna ad ascoltare il battito del feto è una forzatura e una violenza psicologica che aggiunge angoscia e sensi di colpa a una scelta già difficile. Il diritto all’aborto in sicurezza dovrebbe essere acquisito. Non dimentichiamo i tempi in cui l’aborto era illegale e le donne erano costrette a ricorrere a vie clandestine non sicure che mettevano a rischio la loro vita". "Come diceva Tina Anselmi, firmataria della legge sull’Interruzione volontaria di gravidanza – aggiunge Tancredi – "le conquiste non sono perenni per il solo fatto di averle raggiunte, vanno sorvegliate e difese". Da qui, da una legge che ha 45 anni si dovrà piuttosto pensare ad altre conquiste". "Siamo al solito tentativo di giocare una partita, che secondo noi appartiene ad una concezione medievale della società – dice invece Sinistra Italiana – sul corpo delle donne rendendo ancora più "atroce" una scelta come quella dell’aborto che nessuna donna pratica con leggerezza ma che rappresenta per tutte un momento difficile e anche traumatico. Noi siamo invece convinti che la legge 194 debba essere totalmente applicata e saremo al fianco di tutte le donne e gli uomini che vorranno mobilitarsi per ricacciare questa proposta di legge nel limbo della storia dove si collocherebbe molto bene".