
Cambiare punto di vista. Perché la violenza sulle donne non poteva più essere combattuta separatamente. E’ questo l’input che ha spinto Vittoria Doretti a far nascere il "Codice Rosa", la rete a cui ogni operatore che deve far fronte ad una violenza deve rivolgersi e che ha rappresentato non solo una competenza, ma una fibra dell’unico nodo centrale che solo se forte e tenace avrebbe potuto reggere il peso di quel grido di dolore e della richiesta di aiuto delle vittime di violenza, per non farlo cadere di nuovo nel vuoto.
"Abbiamo acceso luci in ambiti oscuri, ma ancora non basta", dice Vittoria Doretti che crede in un progetto che va comunque ogni volta rinsaldato.
"Questo ennesimo caso di femminicidio ci fa ripiombare nella tristezza – dice –. In Maremma, poi, esiste una rete di centri antiviolenza molto attenta e capillare nel territorio. Il Covid ha frenato tutto ma non gli episodi di violenza, soprattutto domestica, ma la Rete Codice Rosa c’è, non ha mai smesso di funzionare, anzi è stata potenziata l’impegno per far fronte in maniera ancora più efficace e capillare alle rilevate necessità di supporto da parte delle vittime. Grazie alla perfetta sinergia con i centri antiviolenza sul territorio, i servizi sociali e gli operatori ai nostri pronto soccorso, nessuno deve sentirli solo. Questo è il messaggio che voglio far arrivare il giorno dopo l’ennesimo attacco ad una donna: chi subisce una violenza deve sentirsi libero e sicuro di affidarsi a professionisti pronti e preparati che curano ogni fase del processo di cura e della catena di tutela, in modo ancora più accurato in emergenza sanitaria".
Doretti chiude: "Dobbiamo cercare di abbattere questa parte di solitudine che poi ha gli apici nei fatti di cronaca, come quello di Capalbio ci insegna. Il mio invito va a tutte le donne che credono di essere minacciate: noi ci siamo e non abbiate paura. Oltre al percorso di Codice Rosa attivo nei Pronto soccorso della nostra Asl e in tutte le altre della Toscana, chi subisce episodi di violenza può ricorrere al numero regionale 1522 o contattare i centri antiviolenza del proprio territorio".
Ma sono i numeri che fanno preoccupare: nel 2010 arrivarono al pronto soccorso di Grosseto (nel primo anno dell’istituzione del Codice Rosa) 309 casi riconducibili alle violenze, un numero importante che faceva capire che qualcosa stava cambiando. Nel 2011 i codici rosa sono stati 503, risultato inaspettato a dimostrazione che la Rete funzionava, che le persone iniziavano a chiedere aiuto. Negli anni successivi il totale degli accessi è rimasto alto ma stabile con un aumento nel 2016 quando arrivarono a 393. Nel 2018, i codici rosa sono stati 267 e oltre 200 nel 2019 sempre nel territorio della Sud Est. A giugno 2020 (ultimo dato disponibile), in pieno lockdown, in provincia si sono registrati 59 casi, di cui 48 di maltrattamento di adulti, uno di abuso, 7 maltrattamenti di minori e 3 di abusi su minori.
Matteo Alfieri