
Il presidio dei parenti delle vittime (New Press Photo)
Firenze, 30 novembre 2023 – «Negli ultimi anni si sono verificati incidenti ferroviari gravissimi: a Piacenza, Crevalcore, Viareggio, Pioltello, Brandizzo e recentemente a Corigliano, in Calabria. Molti vengono annoverati come errori umani ma non è così. Per 33 anni ho lavorato come tecnico della manutenzione per Rfi a Viareggio e conosco bene il tipo di lavoro che eseguivano gli operai di Brandizzo e Crevalcore. Un disastro ferroviario in dieci anni può essere provocato da un errore umano. Ma se quel tipo di errore si ripete e diventa routine perché si subordinano le norme sulla sicurezza ai tempi della produttività non è più un errore umano ma un errore organizzativo che è legato al mercato, alla competitività e al profitto».
Così Riccardo Antonini, l'ex ferroviere che si è schierato a fianco del familiari delle vittime della strage di Viareggio (Lucca), partecipando anche al presidio organizzato dall'associazione «Il Mondo che vorrei» davanti al Palazzo di giustizia di Firenze per ricordare le vittime ma anche per tornare a chiedere giustizia.
La manifestazione, iniziata nella mattina di mercoledì ed andata avanti per 32 ore, tante quante le vittime della strage di Viareggio, si è conclusa nel pomeriggio di giovedì 30 novembre alle 17.
Il 4 dicembre si aprirà il processo bis in Cassazione. «Purtroppo sono già passati 14 anni e mezzo e il tempo è il nostro peggior nemico - ha detto Daniela Rombi, esponente di punta dell'associazione -. Il reato di disastro ferroviario si estingue per prescrizione dopo 20 anni, ma il dolore non va in prescrizione. Invitiamo i giudici a guardare bene cosa è successo a Viareggio, perché questa volta la Suprema Corte deve decidere chi dovrà andare in galera».