FRANCESCO QUERUSTI
Sport

Unica donna fra i candidati Sara diventa osservatrice

La Colzi fra i 45 diplomati del corso di Coverciano della Federazione calcio. L’ex calciatrice: "Nessuna barriera o pregiudizio, conta solo la competenza"

di Francesco Querusti

E’ l’unica donna dei 45 diplomati a Coverciano al corso osservatori professionisti indetto dalla Federcalcio. Sara Colzi, ex calciatrice in serie A con in tasca anche il patentino di allenatore Uefa A, fino a tre stagioni fa ha guidato la Primavera della Fiorentina Femminile, portandola tre volte su quattro alla partecipazione alle finali nazionali (sfiorando anche la semifinale) e vincendo tra l’altro due volte, su due partecipazioni, il prestigioso Trofeo Arco di Trento, battendo in entrambi i casi in finale le campionesse d’Italia della Roma. Tante le giocatrici lanciate che ora militano in varie squadre tra serie A e serie B, come l’azzurra Lucia Di Guglielmo, ora alla Roma, o Margherita Monnecchi, tutt’ora nella rosa della prima squadra viola. Per un decennio Sara Colzi ha lavorato come allenatrice o preparatrice atletica sia in realtà maschili che femminili. Poi lo stop per Covid l’ha portata su altre strade. Dalla scorsa primavera fino a prima dell’estate era stata responsabile del settore femminile del Pontedera, contribuendo a mettere in piedi il settore giovanile della società.

Ora, dopo aver superato le selettive prove di Coverciano è entrata a far parte dello staff del gruppo degli osservatori della nazionale femminile. "Ho avuto – spiega Sara Colzi, nata a Prato, ma fiorentina de sempre - alcune proposte per fare l’osservatrice per importanti realtà professionistiche maschili, poi è arrivata questa possibilità e l’ho colta al volo. Sono legata al movimento del calcio femminile, mi sento pronta anche per una panchina importante, ma voglio continuare a crescere e a migliorarmi ancora. Non ho mai avuto la necessità di sedermi su una panchina tanto per dire di averne una".

Il fatto che sia una donna?

"A Coverciano ho avuto tanti apprezzamenti, non ho trovato nessuna barriera o pregiudizio. Quello che conta è la competenza. A me piace vivere e vedere calcio, uno sport che è in continua evoluzione, ed è per questo che anche io ho voglia di acquisire sempre nuove conoscenze. Sono abituata a dare sempre tutta me stessa quando faccio una cosa e questo è sempre stato il mio biglietto da visita".