Se gufa anche Mou questo è il momento di toccare ferro...

Povero Bianco, vittima di un invasore di campo violento e frustrato che di sicuro non doveva essere lì a fine partita. Brutta storia, e non c’è niente da ridere, se non fosse che viene da pensare che un Delio Rossi old style di sicuro avrebbe saputo come fermarlo. Per non dire di Dario Nardella new style: un placcaggio fatto bene e il tipo si sarebbe dovuto arrendere. Tutto bene quello che finisce bene. Nel senso che su un campo a macchia di leopardo che pareva disegnato dallo stilista Roberto Cavalli la Fiorentina ha preso quello che voleva: i quarti di finale.

Il momento è magico e ci ripaga di mesi di ombra e delusioni. Giusto ricordare quanto la narrazione europea trascenda la fantasia. C’era una volta un Braga indomabile sepolto da quattro gol. C’era un’altra volta un avversario turco sistemato a 5000 mt che neanche il monte bianco. Ghiaccio, neve, poco ossigeno, clima ostico, lo Yeti, gli orsi polari, le buche sul campo modello vecchio Gualandi (quelle c’erano davvero). Altre quattro pappine e ciao.

E ora c’è la Polonia. Mourinho dice che la Coppa da Roma andrà a Firenze. Inutile dire che la gufata, altrimenti detta fiatata, ci ha costretti tutti a toccare ferro. E il ferro è una questione di stile. Il fatto è che non eravamo abituati ad avere un centravanti. Ci è voluto un anno ma alla fine lo abbiamo trovato. A gennaio pregavamo per risolvere la questione, ma quando è venuto fuori il nome di Petagna anche a Cabral deve essere venuto un lampo di orgoglio. E così Arturone è esploso di prepotenza. Anche perché nel frattempo, dopo un lungo ripasso del libro di geometria, Italiano ha scoperto che, oltre che in orizzontale, è possibile giocare anche in verticale. L’illuminazione ha cambiato le carte in tavola. Attaccanti meno frustrati, più palloni da giocare in area e, come si dice, gol chiama gol e autostima alle stelle. E’ davvero una dolce primavera. La Fiorentina c’è.

E scopre Ranieri ottimo terzino, lui che comunque più o meno sempre quello ha fatto nella vita. Poi c’è Castrovilli, un dieci ritrovato dopo tanta sfortuna. Un dieci vero, perché poi questo numero è stato a lungo profanato. Il Tanque Silva, Olivera, tutti bravi ragazzi. Ma il dieci è il dieci, per favore. Dei punti fermi nella vita ci fanno comodo.

Il problema è che noi fiorentini del mai una gioia adesso ci ritroviamo una semifinale di Coppa Italia contro la Cremonese e un calendario europeo sulla carta alla nostra portata. Quindi da una parte sorridiamo e dall’altra tocchiamo ancora una volta ferro (sempre con stile) perché a tanta buona sorte non siamo abituati.

Certo, anche quella te la devi conquistare, e allora diciamo che al momento stiamo pareggiando i conti con un inizio stagione deludente. Ma tutti vogliamo vincere. Diciamo che se non altro ora sappiamo come fare. Il che è un ottimo punto di partenza.

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