
Manuela Nicolosi (foto Riccardo Germogli)
Firenze, 11 ottobre 2020 - "Il rispetto? Non è una questione di genere. Lo guadagni in campo attraverso le tue decisioni". Così parlò Manuela Nicolosi, arbitro internazionale e ‘fischietto in fuga’ visto che dipende dalla FFF, la federazione calcistica francese. L’abbiamo incontrata a Scandicci, sul campo del Casellina dove viene ad allenarsi. Gestisce la sua attività lavorativa a Firenze da un paio d’anni, fa l'agente immobiliare a da un paio d'anni, ma nei fine settimana vola in Francia per le partite. Nel suo palmares la direzione di due incontri di grandissimo prestigio nella stagione scorsa: la Supercoppa europea di Istanbul tra Liverpool e Chelsea, e la finale del campionato del mondo femminile a Lione, Usa Olanda.
Il calcio è la sua grande passione, come ha cominciato?
"Nella sezione Roma 1, avevo 16 anni. Seguivo una passione di famiglia; sono stata premiata come miglior arbitro a livello provinciale; nel 2002 sono stata la prima donna arbitro nel campionato di eccellenza. Poi mi sono trasferita in Francia per motivi di famiglia e lavoro".
E cosa è successo?
"Ho ripreso la trafila oltralpe. E ho avuto tante soddisfazioni. In Francia non c’è differenza di genere negli arbitri: i test sono uguali per tutti, e quindi se non li superi non puoi arbitrare. Attualmente nella Ligue siamo in due: Stephanie Frappart che dirige le gare di Ligue 1 e io che sono assistente in Ligue 2. In campo internazionale facciamo coppia. L’Uefa ha voluto riconoscere il nostro valore assegnandoci la Supercoppa europea in una terna tutta al femminile: l’altra assistente era Michelle O’Neill, irlandese".
Insieme avete sconfitto i pregiudizi di chi vede le donne lontane dal calcio
"Il rispetto non è una questione di genere. Così come il pregiudizio. I calciatori giudicano il comportamento in campo. E si adeguano. Del resto noi siamo preparate. Anche alle loro proteste eventuali".
Favorevole o contraria alla moviola in campo?
"Gli arbitri prendono le decisioni prima. Ossia nella concitazione del campo. Poi subentra la tecnologia. Ai mondiali femminili ho fatto anche molta esperienza al Var. Può capitare che un arbitro commetta un errore, la tecnologia serve sicuramente a rendere più sereno lo svolgimento degli incontri".
Qual è il sogno di un ‘fischietto in fuga’?
"Beh, intanto approdare in Ligue 1 dal prossimo campionato. Dipenderà dalla qualità delle mie performance in questo anno. Ce la sto mettendo tutta. Poi, non lo nego, mi piacerebbe anche tornare un giorno ad arbitrare in Italia. Magari un bel derby di quelli ad alto tasso di agonismo. Sarebbe molto bello". Che rapporto ha con Firenze? "Ho vissuto a Roma e Parigi, potevo farmi mancare un’altra delle capitali mondiali dell’arte?"