BENEDETTO FERRARA
Sport

Fiorentina e Bologna: lezioni di umiltà e identità calcistica

La Fiorentina riflette sull'identità calcistica dopo il trionfo del Bologna in Coppa Italia e le lezioni di Italiano.

Gasperini e Italiano, gli altri che vincono

Gasperini e Italiano, gli altri che vincono

La vita degli altri. Non ci resta che quella. E non è affatto bello. Il fatto è che non abbiamo niente da festeggiare ma molto da discutere. Quello non ci manca mai. Il surreale prolungamento del contratto di Palladino, poi la Fiorentina (quasi) fuori da tutto, quindi una coppa che si alza verso il cielo. E tu guardi Vincenzo Italiano impazzito di gioia sotto la curva rossoblù. E’ il momento di chiamare un buon terapista. Calma e sangue freddo. Iniziamo dall’Italiano 2.0. Certo, non ti consola sapere che grazie alle tue (sue) sconfitte lui ha imparato a vincere. Eppure lo ha fatto eccome. E Firenze di cosa discute? Di come verrà accolto Vincenzo l’ex talebano adesso neo riformista. Ma non sarebbe forse l’ora di apprendere l’arte dell’umiltà? Programmazione, competenza, idee chiare, fame, identità. La notte magica del Bologna è questa qui. Si chiama fare calcio.

La prima cosa che viene da pensare è che se a vincere un trofeo è una squadra che non fa parte del solito giro ci si può solo rallegrare. E sapete perché? Un po’ perché i potenti non fanno per noi e poi perché significa che se ci mettiamo di impegno sappiamo che una possibilità c’è. L’Atalanta ha vinto una Europa League, il Bologna la Coppa Italia. A qualcuno non sta simpatico Italiano? Beh, un tecnico non deve essere simpatico per forza. Gasperini lo è? Il problema è che tutto si sta aggrovigliando in un litigio social style che non porta lontano. Annaspando in mezzo a un mare di se.

Cosa avrebbe fatto Italiano con questa Fiorentina? Aggiungiamo: e se a Palladino avessero venduto Kean a gennaio? Lasciamo perdere. Questa Fiorentina è più forte di quella di Italiano, peccato che la Coppa l’abbia alzata lui, che non abita più qui. E adesso? Adesso dobbiamo immaginare che questa lezione sia servita. Insomma, qualche chilo di umiltà ci potrebbe fare gioco. Se la Fiorentina dovesse restare fuori da tutto non resterebbe che fare una scelta. Perché non è Italiano il problema, ma la filosofia di calcio. Cosa vuole essere la Fiorentina? Stiamo parlando di identità tecnico-tattica. E poi: ce la faremo a trattenere Kean almeno un’altra stagione? E cosa fare con Gud, De Gea e Dodo? E gli altri prestiti? Certo, i dirigenti approfondiranno tutto a giochi fatti. Giusto. Ma il nodo è questo. Il resto è ambient. E se vogliamo sapere come sarà l’accoglienza all’ex dovremmo solo fare il vero scoop: intervistare l’abbonato di parterre di tribuna con cui Italiano litigava una volta sì e l’altra pure. Fatto questo tornerà l’estate. E anche Sabiri, l’unico dieci. Unico perché invisibile. Almeno per noi.

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