
Pellegrini sogna la Conference League dopo 40 anni di carriera. Sfida alla Fiorentina, avversario temuto e rispettato.
All’interno di una carriera leggendaria, l’ultimo (nonché unico) trionfo a livello internazionale di Manuel Pellegrini resta ancorato al 2004, quando col Villarreal vinse la Coppa Intertoto ai danni dell’Atletico. Ecco perché il grande sogno per avvicinarsi al meglio alla chiusura del proprio capitolo da allenatore - dopo 40 anni di onorato servizio - è quello di sollevare la Conference League. Prima però "el ingeniero" - come lo chiamavano fin da giovane in Cile - dovrà superare la Fiorentina, squadra della quale l’allenatore ha profondo rispetto: "Anche se abbiamo evitato il Chelsea, per noi quello coi viola è un appuntamento importante. A questo livello nessun rivale è facile, a maggior ragione non lo sarà la Fiorentina che ha già superato due semifinali di Conference. Noi però abbiamo fiducia ma sarebbe un grosso errore pensare che, vincendo qui, saremmo tranquilli per la gara di ritorno. Questa è una sfida che si gioca su 180’: dobbiamo vincere in casa e andarcela a giocare a Firenze, facendo una doppia partita all’altezza di un grande rivale. Sarà una semifinale che si deciderà sui dettagli".
Ancora orfano di Llorente in difesa, Pellegrini potrà contrare sul recupero di Bakambu e sull’estro di Isco in attacco: "Isco è l’immagine di un modo di pensare il calcio, non solo di un giocatore: è un orgoglio avere in rosa un capitano così". Spazio poi ad alcune riflessioni del cileno sulla Fiorentina: "Gioca molto bene e ha centrocampisti pericolosi. Dobbiamo sfruttare al massimo la gara in casa e prendere subito il controllo della palla. Ho parlato dei viola con Giuseppe Rossi: mi ha detto che dovremo stare attenti soprattutto nella partita di ritorno".
Andrea Giannattasio
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