GIAMPAOLO MARCHINI
Sport

Il punto. Quando il confronto diventa essenziale. Ognuno nelle proprie responsabilità

Tutto molto semplice, un gol dopo quattro minuti e il resto sembrava venire di conseguenza. Una partita assolata e serena...

La torre di Maratona che svetta sullo stadio Artemio Franchi di Firenze

La torre di Maratona che svetta sullo stadio Artemio Franchi di Firenze

Tutto molto semplice, un gol dopo quattro minuti e il resto sembrava venire di conseguenza. Una partita assolata e serena si è trasformata, nei quindici minuti dell’intervallo, in qualcosa di inaspettato. I viola sull’uno a zero non sono riusciti nella ripresa a organizzare un contropiede (forse un paio), arretrando troppo la linea della palla. Si è lasciato il centrocampo al Como, senza trovare né la personalità né la rabbia agonistica né le gambe per tenere a propria volta sotto pressione i lariani. E così sono arrivati prima il pareggio di Kempf poi il gol partita nel finale di Addai che hanno spalancato la voragine degli interrogativi.

E’ inutile girarci intorno perché questo è un passaggio delicatissimo. Che ogni gruppo si trova ad affrontare quando si chiude un ciclo e se ne apre un altro. Aspetto che genera tutte le difficoltà del caso. Il rischio che scorie, più o meno positive, del passato incidano sul presente, creando incrostazioni che solo il lavoro può eliminare. Soprattutto quando si parte con un allenatore nuovo che ha una propria impostazione che cerca però di rendere flessibile a seconda del gruppo. Non è debolezza, ma disponibilità a capire per arrivare a prendere decisioni capaci di incidere radicalmente sulla stagione.

Percorso più o meno lungo che rischia di attraversare momenti di difficoltà e frizioni. Proprio quando tutto sembra non funzionare è necessario, banalmente, chiudersi entro le quattro mura dello spogliatoio e dirti tutto, senza filtri. Non solo sotto il profilo tattico. Ma anche su quello caratteriale e motivazionale.

E non scambiate la gentile pacatezza di Pioli con arrendevolezza e poco polso. Anzi. I toni sono sempre leggeri, ma la determinazione non si misura dalle urla, ma dall’autorevolezza che si è guadagnato nel corso della sua carriera. Certo, adesso è arrivato il momento, come dicevamo, di cambiare passo. Il primo a saperlo è proprio il tecnico che mai si è sottratto alle sue responsabilità.

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