Fiorentina-Lecce, le pagelle: Nico sprinta e rattoppa. Dodo spinge, Kouame no

Saponara e Amrabat fra i migliori. Mandragora: lavoro oscuro e prezioso

Nico Gonzalez (Foto Germogli)

Nico Gonzalez (Foto Germogli)

Firenze, 20 marzo 2023 – Fa venire il mal di testa a Gallo scegliendosi posizioni con coordinate variabili. Partita solida nelle due fasi, anche in copertura nel finale di partita quando il Lecce cerca il pareggio. Protagonista nell’azione che decide la partita, quando intuisce il tracciante stretto di Saponara, che taglia l’area e anche la quota di lucidità di Gallo: l’autogol è anche merito di Gonzalez che si fa trovare al punto giusto e costringe il difensore a un anticipo scoordinato.

Molti rimbalzi fra Baschirotto e Umtiti, il ruolo di centravanti-cerniera gli riesce poco perché il livello del combattimento fisico è alto. Kouame prova ad accorciare, ma anche lì viene anticipato quasi sempre. Ha il merito di non demoralizzarsi e prima della sostituzione partecipa in copertura alle azioni di chiusura. Manca però completamente il suo contributo nella fase offensiva.

Pietro Terracciano 6: pomeriggio senza nuvole per lui, a parte la respinta sul destro di Di Francesco e un’uscita alta nel traffico. Il Lecce resta a distanza e Terracciano fa il suo sapendo di essere ben protetto.

Domilson Cordeiro Dodo 7: sprinta senza pause e sembra il fratello velocista del Dodo in versione fragile. Copre e si propone, anche centralmente. Tanti break e una bella chiusura su Di Francesco.

Nikola Milenkovic 6,5: comincia senza la giusta determinazione, risale la partita recuperando intensità e precisione negli interventi. Accorcia negli spazi, nel gioco aereo è (quasi) sempre il più alto.

Dos Santos Igor 6: un errorissimo al 20’ rischia di condizionare la sua prestazione, ma il Lecce s’incarta e finisce lì. Per il resto concentrazione e molta fisicità. Bracca Colombo fino a centrocampo.

Cristiano Biraghi 6: l’estro di Strefezza resta in canna, il merito è anche del capitano viola. Che partecipa alle chiusure limitando, questa volta, il contributo offensivo di solito aggiunto con i cross.

Sofyan Amrabat 7: meno visibile e più utile. Ha un radar per fiondarsi sulle seconde palle: pochi errori, molti blitz utili. Porta meno la palla e si vede, nel finale c’è anche una super progressione in attacco.

Rolando Mandragora 6,5: incrocia spesso Hjulmand e il fracasso delle lamiere è alto. Cuce e rattoppa sacrificandosi, sul taccuino non restano iniziative personali ma il lavoro per la squadra è tanto.

Antonin Barak 6: svolazza fra le linee, ma non solo, perché la gamba è svelta anche nei raddoppi di marcatura. Un buon colpo di testa fuori di mezzo metro e concretezza negli interventi.

Riccardo Saponara 6,5: primo tempo chic a sinistra contro Gendrey, ci sono anche blitz cetrali di qualità. Uno di questi finisce con un destro alto di poco. C’è anche l’«assist» morbido che innesca l’autogol di Gallo.

Vincenzo Italiano 7: guida una macchina affidabile e dal garage urla le indicazioni ai meccanici in campo: funziona quasi tutto, anche quando la squadra spinge meno. E questo è il vero progresso.

Cabral 6. Gioca poco più di 20 minuti: partecipa al controllo, ma resta lontano dalla porta. Sottil 5,5. Sprint senza sbocco. Bonaventura 6. Entra motivato: gioca pochi minuti, ma lascia il segno (anche con un tiro), Duncan sv. Ikone sv.

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