REDAZIONE FIRENZE

Fabbri, emozione pura. "Vivo un buon momento. E imparo dagli errori. Parigi è stata una lezione»

Il pesista di Bagno a Ripoli si gode il suo 22,31, seconda misura mondiale 2025

Il pesista di Bagno a Ripoli si gode il suo 22,31, seconda misura mondiale 2025

Il pesista di Bagno a Ripoli si gode il suo 22,31, seconda misura mondiale 2025

di Franco

Morabito

Un 2025 finora con molte luci e qualche ombra quello di Leonardo Fabbri, il ventottenne pesista bagnaripolese dell’Aeronautica militare e dell’Atletica Firenze Marathon che con il lancio di 22,31 metri lo scorso 8 giugno a Lucca ha stabilito la seconda migliore prestazione mondiale dell’anno, appena dietro ai 22,48 dell’americano vicecampione olimpico e bronzo iridato Joe Kovacs.

Un altro grande risultato di metà stagione, se l’aspettava?

"Sinceramente, sì: venivo da quattro vittorie di fila e da molti lanci tutti sopra i 22 metri, e mi sentivo in buona condizione".

Seguito, pochi giorni dopo, dalla vittoria con 21,68 a Madrid con la quale ha contribuito alla conquista da parte dell’Italia del secondo successo consecutivo agli Europei a squadre.

"Tenevo molto a questo titolo, il mio primo a squadre; condividere un risultato così con i compagni regala una soddisfazione immensa perché ti fa sentire parte integrante del gruppo".

La risposta che ci si attendeva dopo la delusione degli Europei indoor di Apeldoorn quando con 19,72 non riuscì a qualificarsi per le finali, e pianse...

"Quel pianto non aveva niente a che fare con la gara ma era solo frutto di uno stress che andava avanti da un po’ di tempo. Era un periodo in cui Paolo (Dal Soglio, il suo tecnico federale, ndr) era molto nervoso, turbato dal fatto che per motivi economici non gli fosse stato ancora rinnovato il contratto e un po’ di questa negatività la trasmetteva anche a noi in allenamento. Durante la notte e la mattina prima dell’inizio della gara mi sono sentito male e quando sono entrato in pedana mi girava la testa; se ho gareggiato è stato solo perché erano presenti mia mamma, mia sorella e Stefano Tavoletti, il mio mental coach".

Tra l’altro, ha dichiarato più volte quanto per lei lo sport sia importante soprattutto per i valori che riesce a trasmettere.

"Pratico atletica sin da quando ero piccolo perché il farlo mi rende felice. Nel momento in cui non dovesse essere più così sarei il primo a smettere".

Un anno fa – il 3 agosto – la finale sfortunata delle Olimpiadi di Parigi...

"Quella esperienza mi ha insegnato molto, soprattutto per quanto riguarda i lanci nulli. Prima di allora ne avevo fatti, ma niente di che. Durante e dopo i Giochi, invece, ho visto i fantasmi: in pedana, oltre al lancio, dovevo anche pensare a come non farli. Su quello ho lavorato molto e ora sono finalmente più sicuro".

Campione d’Europa a Roma 2024, primatista nazionale outdoor (22,98) e indoor (22,37) e quinta misura al mondo; il pensiero ora corre ai Mondiali di Tokyo.

"Dopo i 22,34 e l’argento di due anni fa a Budapest il mio sogno è la medaglia d’oro e il Tricolore al vento per dare un senso ancora più compiuto a tutto quello che sto facendo".

Pochi giorni fa ha vinto anche in casa, a Firenze, nel Pegaso Meeting. Che effetto le ha fatto ritrovare il suo pubblico?

"Emozioni bellissime in uno stadio come il Luigi Ridolfi fra i più suggestivi e funzionali in assoluto. Sarebbe bello che potesse tornare a ospitare ogni anno un meeting di alto livello come in passato".

In quella occasione, fra l’altro, è sceso in campo anche suo fratello Daniele, 21 anni, pure lui nel peso.

"Era la seconda volta che gareggiavamo insieme. Anche lui ha iniziato con l’atletica da piccolo, e come me nel disco prima del peso. A livello italiano ha ottenuto buoni risultati, ma ora per motivi di lavoro ha meno tempo da dedicargli".

Fra poco inizia la nuova stagione della ‘sua’ Fiorentina. Che cosa ne pensa?

"Che ha la squadra più forte degli ultimi anni e un ottimo allenatore: ci divertiremo".

Continua a leggere tutte le notizie di sport su