I 65 anni di Antognoni, la leggenda viola che illumina Firenze

Per lui la Fiorentina è una ragione di vita. "Pioli ha lavorato bene, spero che resti"

Giancarlo Antognoni, mito viola (Fotocronache Germogli)

Giancarlo Antognoni, mito viola (Fotocronache Germogli)

Firenze, 2 aprile 2019 -  Il modo di calciare, elegante e delicato, è rimasto quello del ’72 quando il Barone Liedholm decise di farlo debuttare a Verona. E durante la festa per i 50 anni di Batistuta, in piazza della Signoria, ha dato sfoggio del suo tocco calciando verso i tifosi i palloni autografati da lui e Bati. Antipasto di un compleanno mai banale, anche per una leggenda nata nel 1954, il primo aprile senza essere uno scherzo del destino. Anzi. Il destino con ‘Antonio’ ha giocato brutti scherzi, senza ripercorrere i gravi infortuni, regalandogli però l’immortalità nel mondo del pallone, nella storia della Fiorentina e nell’amore dei fiorentini.

Ieri ha spento 65 candeline, festeggiato due volte. Prima, a pranzo, al centro sportivo «Davide Astori» insieme a tutta la squadra, poi in serata ai «13 Gobbi» con tutta la famiglia e alcuni degli amici più cari. Gli auguri  gli sono arrivati da ogni parte del mondo. Il cellulare del club manager viola non ha smesso di squillare. Sms e Whatsapp infiniti, ai quali l’Unico 10 risponderà con calma anche nei prossimi giorni. Difficile riuscire a farlo subito, perché la memoria del cellulare ha fatto fatica ad arginare l’ondata di affetto che ha travolto Antognoni.

Gli è mancato lo scudetto (non la coppa del Mondo), ma i sacrifici in viola sono stati ripagati con l’affetto della gente, pur con qualche rimpianto, specialmente nell’82. Quest’anno ricorre il cinquantesimo dall’ultimo tricolore viola e Antognoni lo ripercorre così: «In quel periodo ci siamo andati vicino altre due o tre volte, ma non è accaduto. Oggi è più dura pensare ad una Fiorentina in lotta per il titolo, perché alcune squadre hanno più potere economico e possono fare investimenti diversi. Ai miei tempi non era così. C’era meno divario anche dal punto di vista dei diritti tv».

Sul futuro resta fiducioso: «La squadra è giovane e ci vuole un po’ di tempo. Quest’anno è andata a fasi alterne ma ci possiamo ritenere soddisfatti sotto l’aspetto propositivo e la maturazione di molti ragazzi. Ci manca qualche punto in classifica per i tanti pareggi in campionato ma le prospettive sono positive, poi c’è il ritorno da disputare in coppa Italia che a questo punto rimane l’obiettivo primario». La chiusura è per Pioli: «La classifica è deficitaria e la squadra ha pagato un po’ di inesperienza prendendo qualche gol di troppo, però il lavoro di Pioli in questi due anni è stato positivo. Vediamo come va a finire ma mi auguro che resti alla Fiorentina perché ha lavorato bene».

Giampaolo Marchini 

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