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Cinema, il Pegaso d'oro a Virzì. "Soffia un vento preoccupante" / VIDEO

Il cinema, le sardine, i social che "intossicano". Il regista livornese a tutto campo in occasione del riconoscimento che gli ha conferito della Regione Toscana

Paolo Virzì con Enrico Rossi

Firenze, 27 novembre 2019 - "Il mio padre artistico? Il pantheon è immenso. Fellini? Non oso neanche nominarlo perché è una divinità, uno stregone, il Michelangelo del cinema. Da bambino vidi 'Otto e mezzo' e mi colpì tantissimo. 'Otto e mezzo' è un film indispensabile quando la vita ti sembra assurda, incomprensibile. Fellini, ti guarisce, ti cura dall'insensatezza". Parola di Paolo Virzì nel corso di un incontro con il pubblico al teatro "La Compagnia" di Firenze dove è stato insignito del Pegaso d'oro della Regione Toscana.

"Ammiro i maestri della commedia all'italiana perché hanno saputo raccontare il nostro Paese - aggiunge - Penso ad esempio a Monicelli. Non mi vergogno di aver copiato e rubato tanto. Amo anche Ken Loach che sento come un cugino o uno zio, il narratore della povera gente senza vittimismi".

"Gli attori che scelgo? Cerco innanzitutto delle persone - sottolinea - Non cerco il bravo attore, esperto. Spesso cerco il cuore, mi piace incontrare l'essere umano. Amo gli attori, mi innamoro di loro, faccio il tifo per loro. Alcune volte mischio attori conosciuti e personaggi sconosciuti come in 'Baci e abbracci', un film quest'ultimo fra i più autentici e sinceri, a cui sono molto affezionato. 'Ovosodo'? Non lo guardo dal 1997. Una volta girato non l'ho rivisto più. Il finale del film? Il dolore è una cosa con cui fare i conti tutta la vita. Quello che puoi fare è tentare di farci diventare amico quel dolore, o farlo diventare dolcezza".

A chi gli chiede se abbia intenzione di fare un film in stile "tragico-drammatico" risponde: "Ci ho provato con 'Il capitale umano'. L'elemento ironico c'è nella vita e quindi non è che mi scappa, mi viene naturale. Tengo sempre insieme dramma e ironia".

Paolo Virzì parla di "un momento difficile, oggi bisogna tenere gli occhi e le orecchie aperte. Sta soffiando un vento preoccupante. I temi del cambio climatico non vanno visti solo da un fronte ambientalista. E' un qualcosa che riguarda tutti. Penso al rischio di Venezia che potrebbe non esserci più, così come altri posti nel mondo. Mi spaventano gli impresari della paura e chi racconta bugia su questi temi. I social? Stanno intossicando il Paese e mettendo a rischio la democrazia. Il mondo pubblico è segnato da bugie, odi, divisioni. C'è anche una narrazione tossica del nazionalismo, si parla di sovranismo e muri. Si mette in moto un meccanismo di regressione e queste cose mi fanno ribollire il sangue. Quelli come me penso che dovrebbero fare un passo indietro perché sono stati utilizzati malamente in passato. So che a Roma stanno organizzando un flash mob delle sardine, io andrò, ma mi nasconderò perché guai a fare le liste delle celebrità di chi vi partecipa. Preferisco aiutare a pulire la scuola dei miei figli il sabato pomeriggio che espormi pubblicamente, perché penso che sia più utile".