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EVA DESIDERIO
Firenze

Moda, “Future for Fashion”: difesa del manifatturiero e stipendi più alti per gli operai

La prima giornata della seconda edizione del progetto culturale ed economico voluto da Confindustria Firenze, Comune di Firenze e Centro di Firenze per la Moda Italiana. Venerdì 24 la chiusura del ministro Urso

Brunello Cucinelli
Brunello Cucinelli

Firenze, 23 marzo 2023 – -“La moda che vince il tempo e che emoziona: qualità, innovazione, durabilità, Made in Italy” è il titolo del convegno di oggi in Sala Bianca a Palazzo Pitti che apre la seconda edizione di “Future for Fashion 2023”, il progetto culturale ed economico voluto da Confindustria Firenze, Comune di Firenze e Centro di Firenze per la Moda Italiana che si concluderà domani con l’intervento del ministro Adolfo Urso del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Antonella Mansi presidente del CFMI racconta dell’emozione di trovarsi oggi in Sala Bianca dove nel luglio 1952 è nata la moda italiana. “Firenze è il luogo simbolo del tema della moda e della sua filiera - dice Mansi - ora siamo di fronte a una vera svolta, stiamo andando bene dopo la pandemia, il mercato è in ripresa, ci sono nuovi clienti Green, e per venire incontro a loro si deve lavorare sulla formazione”.

Per il Comune di Firenze ha portato il saluto Sara Funaro, assessore alla formazione, che ha ricordato come la moda in Italia occupi 600.000 lavoratori con 60.000 imprese. Poi il videomessaggio del Sindaco Dario Nardella da New York su Firenze capitale della moda e palcoscenico di innovazione. A condurre i lavori del convegno sono stati Maria Silvia Sacchi e Simone Marchetti. A scaldare subito la platea di FFF è stato l’imprenditore-stilista Brunello Cucinelli che ha puntato sulla necessità di riluttare culturalmente, socialmente ed economicamente il lavoro manifatturiero.

“Il vero problema non è vendere i nostri prodotti di lusso ma di produrli, chi fa l’operaio forse non vede riconosciuti i suoi valori, diciamo la verità finora è stato difficile consigliare ai nostri figli di fare gli operai. Nella mia azienda io ho aumentato la paga degli operai del 20% e i miei lavorano con le finestre aperte per vedere il cielo. Noi abbiamo bisogno di ridare dignità ai lavoratori e credere nel nostro manifatturiero che continua ad essere vincente. Sennò certi lavori non li possiamo più fare, il lavoro con le mani va protetto,”, conclude Brunello Cucinelli tra gli applausi. Al tema della manifattura e del lavoro in Italy si rifà anche Niccolò Ricci, Ceo di Stefano Ricci che ricorda la sfilata di riapertura della Sala Bianca ne, 2017 e l’ultima altrettanto memorabile a Luxor. “La nostra famiglia ha un grande legame con Firenze fin dalla fondazione dell’azienda nel 1972 da parte di mio padre Stefano e di mia madre Claudia. Con mio fratello Filippo che è il direttore creativo - dice Niccolò Ricci - e coi nostri genitori abbiamo un rapporto di grande rispetto coi nostri 350 collaboratori in azienda. Noi siamo al 100% custodi della filiera italiana. Tuteliamo il lavoro dei nostri maestri artigiani e la loro missione di insegnare ai più giovani”.

Anche per la Stefano Ricci il problema di oggi è produrre, rispettando la coerenza del brand che non si è mai discostato dall’eccellenza. Un grande applauso ha chiuso questa prima parte del convegno (si riprende domattina, 24 MARZO, alle 9) con l’intervento di Antonio De Matteis presidente e Ceo di Kiton e nuovo presidente di Pitti Immagine, anche lui daccordo sul tema della sostenibilità sociale e della difesa dei salari dei lavoratori del fashion.

Parlando di Pitti Uomo di giugno De Matteis ha circordato prima la sfilata di Fendi il prossimo 15 giugno che sigla la staffetta per una settimana completa i moda maschile tra Firenze e Milano, e quindi la Camera Nazionale della Moda, per “un evento unico al mondo, dobbiamo lavorare tutti insieme tra Firenze e Milano per far si che l’Italia resti un punto di riferimento per la moda uomo”, dice Antonio (Totò per tutti) De Matteis. E parla di un possibile accordo di date tra le manifestazioni. “Pitti Uomo è rinato, l’ultima edizione di gennaio è stata bellissima _ continua De Matteis _ una fiera straordinaria per stampa e buyer”. Venendo a parlare di Kiton, ora alla terza generazione, De Matteis ha detto di star pensando coi suoi cugini in società a una possibile quotazione in Borsa “per lasciare ai nostri figli un’azienda strutturata, ma non abbiamo fretta”. Alla domanda su cosa domanderà domani al ministro Adolfo Urso Antonio De Matteis risponde che chiederà di difendere la manifattura italiana, di spronare i giovani all’impegno per la formazione di figure professionali che possano garantire il nostro savoir faire, e di defiscalizzare almeno i premi di produzione. “Noi in Kiton abbiamo dato 2000 euro di premio ai nostri dipendenti che ne hanno avuti in realtà solo 1.200. Questo non è giusto!”.