Firenze, 18 aprile 2024 - Le fake news generate dall’IA mettono in pericolo politica e sicurezza. È quanto emerge da una ricerca di Changes Unipol, elaborata da Ipsos, sul percepito e il vissuto dei fiorentini in merito all’Intelligenza Artificiale. Dalla ricerca emerge che a Firenze 9 cittadini su 10 ne hanno almeno sentito parlare ma appena il 4% l’ha utilizzata e l’11% afferma di averne una conoscenza approfondita. Il 44% dichiara di averne una conoscenza di base mentre il 31%, sebbene ne abbia sentito parlare, non sa cosa sia. Tra coloro che hanno utilizzato l’IA, il 78% ritiene che i risultati ottenuti siano abbastanza utili. Approfondendo il sentiment che aleggia attorno a questa tecnologia emerge che, se un 13% dei fiorentini ne è attratto e incuriosito, per il 22% è invece motivo di diffidenza e preoccupazione. Il 34% invece non si sbilancia, reputando possa avere effetti sia positivi che negativi.
Ma per cosa utilizzerebbero l’IA i fiorentini? La maggioranza delle loro indicazioni ricade sulla traduzione dei testi in una lingua straniera (79%), seguito dall’organizzazione di un viaggio o una vacanza (53%), quindi da una consulenza finanziaria per decidere come investire i risparmi (33%) e infine per elaborare una diagnosi medica (29%).
Al centro del dibattito sono sicuramente le implicazioni che il diffondersi dell’IA può avere sul lavoro. Partendo dai possibili svantaggi che questa tecnologia può comportare, le ricadute negative sull’occupazione sono quelle più indicate, con il 56% che ha timori per la perdita dei posti di lavoro (la percentuale più alta in Italia), il 38% che teme per la chiusura delle imprese più artigianali e tradizionali e il 31% vede una minaccia per la creatività. Rilevante, infine, anche il 24% dei fiorentini che vede vita lavorativa e privata non più separabili.
Nel complesso, quasi 9 fiorentini su 10 (l’87%) vedono almeno uno svantaggio che l’applicazione dell’IA porterà nel mondo del lavoro. Tra gli aspetti positivi svetta invece con il 33% la riduzione degli errori umani nei processi lavorativi, seguito al 31% dalla possibilità di accedere a informazioni, dati e pubblicazioni come mai in passato e al 27% dalla riduzione dei carichi di lavoro.
Il tema della disinformazione è spesso legato a doppio filo con quello dell’affinamento e della diffusione dell’IA. Il 72% dei fiorentini si dice preoccupato in tal senso. A non vedere pericoli sono invece il 23% degli intervistati (con solo l’8% a definirsi per nulla preoccupato). Inoltre, secondo quasi 1 fiorentino su 3 (il 32%) è possibile riconoscere le informazioni reali rispetto a quelle generate dall’IA, per il 36% raramente e infine per l’11% è impossibile.
Gli ambiti che potrebbero risentire della disinformazione potenzialmente generata dall’IA sono per i fiorentini in primis la politica, con le elezioni influenzate dalle fake news (37%) seguita dalla sicurezza, ad esempio diffondendo false minacce o allarmi (35%), e da eventuali danni che una singola persona potrebbe subire a causa di immagini o notizie fake (29%). Preoccupa poi la salute, ovvero la diffusione di false informazioni su malattie/trattamenti (28%) e l’impatto e sull’economia, attraverso manipolazioni del mercato o delle tendenze economiche (26%).
Ma quali sono per i fiorentini le misure da adottare per contrastare la disinformazione? L’86% indica come necessaria l’introduzione di almeno una misura di controllo sull’IA per contrastare il fenomeno della disinformazione. Con il 53% delle preferenze, l’opzione più indicata è quella relativa all’introduzione di regolamenti e leggi severe sull’uso dell’IA, seguita al 31% dallo sviluppo di tecnologie per rilevare la disinformazione e dalla responsabilizzazione delle piattaforme media nel monitorare e rimuovere la disinformazione.