MAURIZIO COSTANZO
Firenze

Elezioni europee, si parte. Ecco come si vota nei vari Paesi

Dal principio di maggioranza al sistema proporzionale: il glossario da conoscere prima di andare alle urne

Il prossimo fine settimana si vota per le europee

Firenze, 5 giugno 2024 – Da oggi al 9 giugno l’Europa torna a votare per scegliere i rappresentanti dei cittadini all’Eurocamera. Sono 370 milioni le persone chiamate alle urne: si voteranno gli eurodeputati della X legislatura che avrà ufficialmente inizio con la seduta del 15-19 luglio.

Gli olandesi saranno i primi a votare: i seggi nel Paesi Bassi aprono oggi, mentre in Italia si vota l’8 e il 9 giugno. Il vero election day sarà però domenica, quando 20 Stati membri andranno al voto portando alle urne più di due terzi dell’elettorato Ue. Lo spoglio dei voti del 9 giugno sarà contemporaneo: è prevista una maratona notturna europea dall’Eurocamera di Bruxelles. Orientarsi tra le diverse procedure può rappresentare una sfida significativa per i 7.1 milioni di cittadini dell’Unione europea che vivono al di fuori del loro Paese d'origine.

Ciò è particolarmente rilevante per Paesi come l’Italia, che ha oltre tre milioni di cittadini residenti in tutta Europa. In un panorama sociopolitico così dinamico, in cui milioni di cittadini comunitari si spostano da un Paese all’altro alla ricerca di nuove opportunità professionali e personali, la comprensione delle diverse procedure elettorali è cruciale. Per questo motivo, gli esperti di Babbel hanno stilato una lista di alcuni termini legati alle procedure elettorali, con un’attenzione particolare ai punti in comune ed alle differenze linguistiche tra gli Stati membri. Il voto in un’Europa interconnessa. 

In Europa esistono diverse procedure di registrazione elettorale, ciascuna contraddistinta da una terminologia ben precisa. In Francia e Spagna, i cittadini europei si registrano presso il municipio locale (“mairie” in Francia, “ayuntamiento” in Spagna) per essere inseriti nelle liste elettorali (“listes électorales” in Francia, “censo electoral” in Spagna). In Germania, invece, i neo residenti devono presentare una domanda (“Antrag auf Eintragung in das Wahlerverzeichnis”) presso l’ufficio di registrazione locale (“Einwohnermeldeamt”).

I Paesi Bassi, invece, inviano automaticamente una tessera elettorale (“stempas”) ai cittadini europei residenti nel Paese, consentendo loro di esprimere un voto preferenziale (“voorkeurstem”). Il Portogallo segue un approccio simile: gli elettori presentano una richiesta di registrazione (“requerimento de inscricao”) al consiglio municipale (“junta de freguesia”) per iscriversi nelle liste (“caderno eleitoral”).  Suffragio universale: il suffragio universale garantisce il diritto di voto a tutti i cittadini adulti. Nelle lingue romanze come, per esempio, il francese e lo spagnolo, si usano rispettivamente i termini “suffrage universel” e “sufragio universal”. Questi termini derivano direttamente dal latino, con “universale” da universus (“tutto, intero”) e “suffragio” da suffragium (“voto, opinione”).

Questo uso evidenzia la profonda influenza del latino sulle lingue romanze, che conservano infatti le radici classiche di questo concetto. Al contrario, una lingua germanica come il tedesco utilizza il termine “Allgemeines Wahlrecht”, una struttura grammaticale composta più descrittiva che si traduce come “diritto di voto generale”. Nel corso del XIX secolo, numerosi sono stati i movimenti in Europa e in America settentrionale che si sono espressi a favore del “suffragio universale”, pur costituendo solamente una prerogativa maschile. La questione del suffragio femminile è stata infatti ampiamente trascurata fino alla seconda metà del secolo scorso, quando i movimenti a favore del diritto di voto delle donne hanno iniziato a diffondersi, a partire dalla Nuova Zelanda, il primo Paese al mondo a concedere alle donne il diritto di voto alle elezioni parlamentari nel 1893; questa pietra miliare nella lotta globale per il suffragio sottolineò la posizione progressista di questo Paese e creò un precedente positivo da seguire per altre nazioni. Sistema proporzionale. Il concetto di sistema proporzionale prevede che la distribuzione dei seggi in un’elezione sia correlata ai voti ricevuti.

Ciò è espresso linguisticamente in modi diversi nelle varie famiglie linguistiche; si traduce in lingue romanze come il francese, lo spagnolo e il portoghese. Espressioni che mantengono uno stretto legame con le loro origini latine, derivando da “proportio” e “repraesentare”, che significano rispettivamente “proporzione” e “rappresentare”. I sistemi di rappresentanza proporzionale sono utilizzati in oltre 90 Paesi del mondo, tra cui molte nazioni europee. Questo metodo di voto è stato implementato per la prima volta con successo in Belgio durante le elezioni comunali nel 1895 e successivamente applicato alle elezioni nazionali nel 1899.

Il successo del sistema belga sia a livello comunale sia nazionale è servito da modello ed ispirazione per altri Paesi, incoraggiandoli ad adottare riforme simili. Per esempio, la Svizzera lo adottò per le elezioni federali nel 1918 e la Repubblica tedesca di Weimar lo implementò a partire dal 1919.  Voto segreto. Ul voto segreto, che garantisce che le preferenze individuali rimangano riservate, è fondamentale per proteggere la privacy degli elettori. Come in italiano, in francese, spagnolo e portoghese si usano rispettivamente i termini "vote secret", “votación segreta” e "voto secreto", che si rifanno al termine latino “secretus”, che significa “messo da parte, nascosto”.

L'uso diffuso del voto segreto come pratica standard nelle elezioni democratiche è oggi noto nei Paesi di lingua inglese anche come “Australian Ballot” (letteralmente “voto australiano”): introdotto per la prima volta nel 1856 nello stato di Victoria e nell’Australia meridionale, questo sistema è stato concepito per combattere l'acquisto di voti e le intimidazioni, garantendo la privacy degli elettori e l’integrità elettorale. Principio di maggioranza: si riferisce al principio democratico fondamentale secondo cui le decisioni vengono prese in base alle preferenze della maggioranza, è espressa in modo diverso in varie lingue.

Nelle lingue romanze, il principio è articolato attraverso termini che affondano le loro radici direttamente nel latino: in francese è "Règle de la majorité", in spagnolo "Regla de la mayoría" e in portoghese "Regra da maioria". Una curiosità interessante sulla regola della maggioranza è il suo potenziale impatto sulla progettazione dei sistemi democratici. Nonostante sia un concetto fondamentale, le sue conseguenze richiedono un attento equilibrio per evitare potenziali “insidie” come la cosiddetta "Tirannia della maggioranza", concetto politico introdotto per la prima volta nell’età moderna da pensatori politici come Alexis de Tocqueville e John Stuart Mill, secondo i quali la regola della maggioranza poteva portare all’oppressione dei gruppi minoritari. Uno dei primi esempi di meccanismi per bilanciare il dominio della maggioranza con i diritti delle minoranze è il sistema di veto romano: nell’antica Roma, il potere di "veto" (che in latino significa "proibire") era attribuito ai tribuni, che potevano porre il veto sulle decisioni prese dal Senato o da altri magistrati. Questo assicurava che la maggioranza non potesse facilmente annullare le voci delle minoranze o i controlli cruciali sul potere, fornendo una prima forma di protezione contro potenziali abusi.

Nasce oggi

Thomas Mann nato il 6 giugno del 1875 a Lubecca. Del 1924 è il grande romanzo ‘La montagna incantata’, parabola della decadenza spirituale contemporanea. Fu insignito del Nobel per la letteratura cinque anni più tardi. Ha scritto: “Figlio mio, dedicati con gioia agli affari durante il giorno, ma fai solo quelli che ci permettano di dormire in pace la notte”.

Maurizio Costanzo