Rincari degli alberghi, Firenze maglia nera d’Italia: una camera +53%

Lo rende noto uno studio di Unione nazionale consumatori su dati Istat di maggio 2023 e 2022. Federalberghi contesta: "Riallineamento delle tariffe con altre destinazioni come Venezia"

Turisti a Firenze

Turisti a Firenze

Firenze, 18 giugno 2023 – Firenze città con i maggiori rincari d’Italia per gli alberghi: il costo per dormire in una struttura ricettiva lo scorso mese è oltre il doppio rispetto a un anno fa. Lo stabilisce uno studio fatto dall’Unione nazionale consumatori che ha analizzato i dati Istat sull’inflazione annua di maggio. Sono stati presi in esame non solo alberghi in senso stretto, ma anche motel, pensioni, bed and breakfast, agriturismi, villaggi vacanze, campeggi e ostelli della gioventù. In media , a livello nazionale, queste strutture sono rincarate del 13,6% rispetto a maggio 2022; ma il dato medio è fatto da casi molto variabili da città a città e a Firenze spetta la maglia nera. Perché all’ombra del Cupolone, sono ben 40 punti percentuali in più rispetto alla media: il rincaro segna un +53%. Seguono Palermo con il 35,9% e Milano con il 27,7%.

Risultati fuorvianti , commenta il presidente di Federalberghi Firenze Francesco Bechi: "Firenze, rispetto ad altre città italiane come Milano, Roma e Venezia non ha prezzi più alti. C’è stato sì un incremento delle tariffe, ma se andiamo a cercare un albergo di pari livello su Venezia a oggi la spesa è sicuramente più alta. A Firenze stiamo vivendo un riallineamento delle tariffe con quelle di altre destinazioni e questo è dovuto anche all’apprezzamento che la nostra città sta ricevendo".

Un equo corrispettivo , continua Bechi, che è giusto a maggior ragione se confrontato con altre destinazioni oltreconfine: "Chi viene in Italia vuole vivere una magia che gli altri Paesi non riescono a dare. Il mercato cerca noi ed è giusto che corrisponda quello che è disposto a dare per altre città: proviamo a simulare una ricerca di una camera a Parigi o a Londra. Stiamo solo facendo un’autoaccusa che non ci fa bene. Cominciamo piuttosto a lavorare sul brand, la qualità già ce l’abbiamo: dobbiamo comunicare che l’Italia è il luogo migliore per vivere un sogno".

“Tutti vogliono venire a Firenze perché è la città più bella, ma la bellezza va mantenuta e ha un costo – spiega il presidente –. Lavoriamo per migliorare la qualità dei servizi, la formazione del personale, gli stipendi dei nostri addetti".

Inoltre precisa Bechi, è sbagliato il periodo di comparazione: "Forse avremmo dovuto prendere a riferimento maggio 2019, anno in cui la pandemia non era arrivata, piuttosto che il 2022, l’anno in cui era appena iniziata la ripartenza". Senza contare poi che "gli incrementi sono dovuti alla crescita dei costi che devono essere sostenuti dalle aziende, in primo luogo per quanto riguarda canone di locazione e costo dell’energia".

Lo studio ha preso inoltre in esame i rincari di cibo e bevande, ma in questo caso la maglia nere spetta a Ravenna: a fronte di una media nazionale dell’11,8%, nella città con cui condividiamo Dante si sborsa il 15% in più rispetto a maggio 2022. Subito dietro, quasi a pari merito con il 14,6% di Cosenza, c’è un’altra città Toscana: Grosseto con il 14,5% in più.

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