Fino al 1861 era l’antica via Larga – così chiamata perché fu realizzata nel ’300, di eccezionale sezione per l’epoca, per far scambiare i grossi carri carichi di granaglie diretti al mercato di Orsanmichele – ora è il tratto di via Cavour che va da via Martelli a piazza San Marco, una delle strade più nobili del centro, la via dei centri di potere istituzionali. Eppure oggi si presenta snaturata, non è più né carne né pesce, perché è stato alterato il tessuto commerciale che ne era la linfa: tante storiche insegne fiorentine hanno chiuso, tra il Consiglio regionale e la Città metropolitana spuntano come funghi negozi di paccottiglia straniera e kebabbari; la Biblioteca Marucelliana e il Cinema della Compagnia, eccellenze culturali fiorentine, convivono minimarket etnici, tour operator e catene internazionali, tra cui tre multinazionali del fast food.
E per gli ultimi residenti di garitta, le botteghe di vicinato si contano su una mano.
Sono lontani i tempi dei fiorentinissimi Cavurotto, Canavesio, Le foglie Rosa, D’Asio, Jessie, Fiorella. La strada sembra bipolare, a negozi di scarsa qualità per un turismo di bassa fascia fatto di cinture di vinilpelle e torri di Pisa souvenir, ci sono quelli inavvicinabili, pensati per il portafoglio del turista più che per del fiorentino: un copripiumino 375 euro, un set di lenzuola 110. A due passi dal Centro per l’impiego, simbolo di speranza per tanti disoccupati, cominciano a vedersi lugubri saracinesche chiuse. Su 67 attività commerciali che abbiamo contato nella strada, sono 10 i bandoni chiusi, mentre 12 i negozi etnici. Ai piani superiori degli aristocratici palazzi,tutti hotel e b&b.
Poi ci sono i lavori a massacrare i commercianti, anche se aprono uno spiraglio di luce sul futuro. A fatica raggiungiamo lo storico Dreoni giocattoli con uno slalom tra transenne e ruspe che fanno tremare l’asfalto. "Via Cavour attualmente è nella situazione peggiore possibile: cantieri molto impattanti, polverone e molti negozi chiusi – spiega Laura Dreoni, titolare del negozio e presidente del centro commerciale naturale – Anche l’offerta commerciale è molto impoverita, tanti negozietti che vendono articoli per turisti o borsette, tutti uguali". "Siamo però molto vicini all’inversione di tendenza, perché con il nuovo marciapiede largo e l’arrivo della tramvia a San Marco, la via si risolleverà e torneranno i bei negozi – auspica – Spero ci sia un futuro per le attività fiorentine, ma se non tornano le famiglie ad abitare qui sarà impossibile".
"Via Cavour è cominciata a cambiare dai primi anni 2000, quando ha iniziato a svuotarsi dai residenti e da molte attività: c’era l’ottico, il calzolaio... – testimonia Mario Bartolomei della pasticceria Ciapetti –. Poi è diventato impossibile trovare parcheggio. Diventando solo per turisti, andranno via anche gli ultimi esercizi di vicinato. E così abbassa la qualità: un turista sta tre giorni, non devi tenerti il cliente. È cambiato anche il modo di fruire i bar; prima era un ritrovo, ora è un negozio, si consuma e si va via, ad acquistare su Amazon e non più nelle botteghe.