PIER FRANCESCO NESTI
Cronaca

Vertenza ex Gkn, si torna in tribunale. Legali Fiom: "Causa da chiudere"

Nel frattempo gli operai chiedono la creazione immediata di un consorzio di tipo regionale .

Vertenza ex Gkn, si torna in tribunale. Legali Fiom: "Causa da chiudere"

Vertenza ex Gkn, si torna in tribunale. Legali Fiom: "Causa da chiudere"

Da un lato la ‘battaglia’ portata avanti dagli operai e la loro richiesta di un consorzio regionale per l’area ex Gkn. Dall’altro quella nelle aule dei tribunali, che nella giornata di ieri ha visto scrivere un altro capitolo nella storia della vertenza. Proprio ieri, infatti, c’è stata la prima udienza di opposizione a quanto deciso, nel dicembre scorso, dal Tribunale del lavoro che aveva dato ragione ai metalmeccanici stabilendo che la condotta antisindacale, accogliendo di fatto il ricorso presentato dalla Fiom Cgil e annullando i licenziamenti e obbligando la proprietà al rispetto della legge 234 (legge antidelocalizzazione) Sentenza che in pratica asseriva che era stato violato l’accordo quadro del 19 gennaio 2023, che prevedeva tutta una serie di step informativi, mentre i lavoratori non sono mai stati avvisati su nulla, né sulla liquidazione della fabbrica, né sui licenziamenti. A commentare brevemente quanto successo ieri è l’avvocato Andrea Stramaccia, che aveva curato il ricorso insieme alla Fiom Cgil: "La proprietà ha presentato una serie di istanze istruttorie per prove orali a cui mi sono opposto. Ritengo infatti che la causa sia matura per la decisione, il giudice l’ha presa in riserva il che vuol dire che nei prossimi giorni dovrà decidere se ammettere le istanze istruttorie oppure fissare direttamente la discussione come abbiamo chiesto noi legali di Fiom Cgil". Da parte loro, i lavoratori ripetono che "la Regione ha dimostrato la volontà di investire sulla reindustrializzazione dal basso e il consorzio raccoglierebbe la disponibilità di numerosi enti, come Comuni, Università e la stessa cooperativa operaia. Il nostro progetto ha raccolto finora un consenso importante, a partire dai 700.000 euro di azionariato popolare, ma non è autonomo da un intervento pubblico". Quello che gli operai chiedono con forza.

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