Toscana, zona arancione se non si migliora. A Firenze superata la soglia critica

ll rischio di nuove misure straordinarie. Giani: 'Interventi per limitare i contagi'. La Regione vara gli alberghi-ospedali: medici negli hotel per i pazienti meno gravi

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Firenze, 7 novembre 2020 - La Toscana è osservata speciale: sebbene la regione resti in zona gialla, perlomeno fino a venerdì prossimo, i dati del monitoraggio comunicati ieri (rilevati nella settimana che va dal 25 ottobre al 2 novembre), spediscono il Granducato dritto in zona arancione. "Abbiamo una settimana di tempo per migliorare gli indicatori – spiega il governatore toscano Eugenio Giani – Siamo al lavoro su tutti i fronti".

Quali restrizioni nella fascia arancio? Saranno vietati gli spostamenti da e per la Regione e fra i Comuni, consentiti solo per lavoro, emergenze e per accompagnare i figli a scuola, mentre chiuderanno bar e ristoranti, resteranno aperti i negozi.

Diffusione del virus e capacità di ricettività ospedaliera sono tra i parametri che maggiormente pesano nel complesso calcolo dei 21 indicatori presi in considerazione dall’Istituto superiore di sanità. Tra l’altro, la Toscana, in base allo studio dell’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell’Università Cattolica, con il 41% di occupazione, ha superato abbondantemente la prima soglia d’allarme di riempimento delle terapie intensive (30%) e si approssima alla seconda (43%).

E proprio per abbassare Rt (a Firenze ieri oltre la soglia critica di 1.5) e aumentare la disponibilità di posti letto di degenza ordinaria Covid, di cure intermedie e di accoglienza per chi ha sintomi non gravi in albergo sanitario, la Regione ha intrapreso una cura intensiva. "Sia per le cure intermedie, sia per gli alberghi sanitari, sia per il tracciamento stiamo rafforzando il quadro di intervento che, giorno per giorno, mi sembra stia dando i segnali di funzionamento con il rispetto dei tempi che ci eravamo dati", spiega Giani.

Oggi Giani firmerà l’ordinanza cui cui si dà il via all’operazione Creaf di Prato, la grande struttura di proprietà della Regione rimasta inutilizzata, che potrà offrire – solo dopo i lavori di ristrutturazione che assicura Giani saranno fatti in 25 giorni, massimo un mese – un polmone da 400500 posti letto per le cure intermedie nell’area dell’Asl Toscana centro. Al lavoro anche sui posti letto di degenza ordinaria Covid: superata la soglia dei 2.000 ricoveri si sospendono infatti tutte le attività chirurgiche non urgenti. Ieri i ricoveri in Toscana sono diminuiti: in tutto 1.512 (77 in meno in degenza ordinaria rispetto al giorno prima), di cui 209 in terapia intensiva (7 in più). Ma proprio per scongiurare la pericolosissima sospensione delle attività, si stanno cercando strutture all’esterno degli ospedali. Oggi a Firenze aprirà con 60 letti il reparto Covid di Villa dei Glicini, staccata da Villa Ulivella, che resta totalmente no Covid, dove invece si concentreranno le attività chirurgiche e i ricoveri del servizio pubblico.

Gli alberghi sanitari soffrono di impopolarità: la gente non ci vuole andare. Ma rappresentano il luogo per le cure più leggere: saranno i tracciatori dei positivi, nel corso delle telefonate per l’indagine epidemiologica, a invitare a usare le strutture. L’assessore regionale alla Salute, Simone Bezzini, si è mobilitato per reperire almeno 1.500 camere. Ad oggi ne sono state attivate 937delle quali 621 occupate. Sono state varate le prime tre strutture di ‘albergospedale’, in via sperimentale: un team Usca, con medico e infermiere, sarà presente 12 ore al giorno per visite e terapie. Nell’area dell’Asl Toscana centro sono tre le strutture di albergo assistito: il Caravaggio (36 camere) a Firenze, il Pellegrini (82 camere) a Montecatini e il Datini a Prato (82 camere).

 

 

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